Celebrata la Veglia Missionaria 2017 nell’Arcidiocesi di Ancona
ANCONA – La Chiesa di Santa Maria dei Servi ha accolto un popolo numeroso per la Veglia missionaria. Si è visto un nuovo risveglio e una partecipazione convinta. Prima della Veglia c’è stata una cerimonia atipica: sul sagrato della Chiesa c’è ora un monumento al missionario e il parroco Don Bartolomeo, che è anche un artista, ha così motivato: “Si fanno tanti monumenti per figure meno importanti, occorre valorizzare chi porta lontano la Parola di Dio e opera per la promozione umana dei popoli”. Dopo la benedizione data dal nuovo Arcivescovo di Ancona-Osimo Mons. Angelo Spina, siamo entrati in chiesa al canto di “Chiesa di Dio”.
Il Direttore del CMD Don Isidoro ha letto l’introduzione mentre era portato davanti all’altare il planisfero con le spighe colorate dei cinque continenti, preparato da Don Sergio con i ragazzi della terza media di Offagna. Quindi sono state collocate su due pannelli vicini al mondo otto foto ingrandite su famiglia, scuola, lavoro e missione. Le letture bibliche e le frasi di perdono e di ringraziamento sono state fatte da giovani della parrocchia ospitante che ha messo anche cantori e strumenti per animare i canti.
Le testimonianze sulla preparazione fatta da Dio all’inizio e durante la missione, fatta da me, sul Festival della Missione di Brescia fatta dai Laici Fabrizio, Beatrice e Roberta (vedi articolo annesso) e sulla esperienza di venti giorni in Congo di Marica sono state accolte con molto interesse. Come pure la testimonianza e saluto di P. Emilio Baldin, già maestro dei novizi ad Ancona e ripartente per la Colombia. Il canto “Grandi cose ha fatto” ha ringraziato il Signore per la Missione della Chiesa.
La omelia tenuta dall’Arcivescovo ha centrato il tema di quest’anno: “La messe è molta ma gli operai sono pochi”, incentivando ad essere “ discepoli missionari” come dice Papa Francesco, qui nel nostro territorio, ma anche con molta preghiera e aiuti generosi alle Missioni lontane. Ha seguito una preghiera a cori alternati sul proprio impegno missionario e al canto di “Quando cammino per il mondo” i presenti hanno ricevuto un segnalibro con una preghiera missionaria. Dopo i riti conclusivi l’Arcivescovo ha dato la sua benedizione mostrando la sua soddisfazione ai molti partecipanti e per la bellezza della Veglia. Il canto ”Il tuo popolo in cammino” ha espresso la soddisfazione di tutti.
P. Dante Volpini saveriano
La delegazione diocesana di Ancona al Festival di Brescia
C’eravamo anche noi di Ancona, inviati dal nostro ufficio missionario diocesano, al primo Festival della Missione che si è svolto a Brescia dal 12 al 15 ottobre.
Un festival che è stato ricchissimo di iniziative, incontri, spunti di riflessione e anche un’occasione preziosa di incontro e confronto tra laici e consacrati.
Ecco alcuni input che ci hanno particolarmente colpito :
– “Tu stesso sei una missione”: così dice Papa Francesco e ce lo ricordava ad un incontro dedicato al laicato missionario proprio un dipendente dell’ufficio missionario di Brescia, un ufficio che, grazie ad un forte impegno e alla professionalità di alcuni laici, segue molti progetti a livello nazionale ed internazionale. Come battezzati tutti abbiamo ricevuto una missione, siamo testimoni della Buona Notizia, ci sentiamo salvati dal grande annuncio di Gesù e quindi ciascuno di noi è sempre, in realtà, una missione vivente.
– La crisi della missione: Un altro intervento che ci ha colpito è stato quello del padre generale della Consolata, che, parlando del momento di crisi che attraversano tutti gli Istituti religiosi, ha evidenziato come molte delle vocazioni oggi arrivino da paesi extraeuropei e il nostro eurocentrismo fa ancora fatica ad accogliere questa novità. Di positivo c’è che lo stile di missione sta cambiando e si sperimenta che la cooperazione tra laici e consacrati è già una fruttuosa realtà.
– L’amicizia via della missione: Un’altra bellissima figura che ci è stata presentata è quella di Padre Matteo Ricci, un missionario originario di Macerata che ci parla in modo attualissimo a distanza di centinaia di anni. Un uomo che, giunto in Cina tra i primi, ha trovato nell’amicizia e nella condivisione una via nuova di fare missione. Vivendo le relazioni con i suoi nuovi amici cinesi con passione e verità, ha saputo trovare il modo di farsi prossimo e di annunciare il Vangelo. Si è appassionato delle loro passioni e, attraverso di esse, ha annunciato. Ci ha colpito l’esempio di questa persona che ha messo al centro le relazioni come strategiadell’annuncio. Ci sembra profetico e ci ricorda che la Parola di Dio trova sempre nuove strade per farsi presente nella vita degli uomini e che la condivisione rimane prioritaria e interroga ciascuno di noi, perché ognuno può e deve essere annunciatore, missionario, con i propri colleghi, gli amici, nei luoghi di lavoro, nei luoghi del proprio impegno.
– È ancora necessario “partire”?Il tema della partenza verso le terre di missione è stato un altro caposaldo delle giornate di Brescia. È vero che in Europa e nella nostra Italia c’è tanto bisogno di aiuto e di annuncio ma l’andare fuori, ad extra, rimane un movimento importante perché rappresenta il lasciare tutto per l’essere solo di Dio, è fedeltà ad una vocazione specifica. Ciascuno nella Chiesa, che è corpo di Gesù, ha un proprio compito e i missionari hanno prioritariamente questo: l’annuncio ai non cristiani e a chi non appartiene alla propria cultura d’origine, oggi ancora di più sono inviati verso coloro dai quali nessuno va.
Concludiamo con le parole forti e impegnative del Vescovo di Bergamo: “Nella Chiesa italiana è assolutamente necessario ritrovare le ragioni della missione ad gentes, che non è facoltativa, non può essere solo un ornamento!
La Chiesa Italiana senza la missione ad gentes muore!
Come vescovi abbiamo questa responsabilità perché la missione ad gentes è il paradigma di tutta la pastorale.”
Buona missione a tutti!
Roberta Brasili