Una Settimana Santa in quarantena, un avvenimento assolutamente epocale. I ragazzi della Redazione di Missio Marche hanno proposto un’intervista ai membri della Commissione, 3 semplici domande, per dare l’opportunità a questo gruppo missionario di contribuire a portare Gesù nelle vostre case. Condivideremo le loro riflessioni in 3 puntate, una per ciascuna domanda. La prima è molto semplice, e le risposte coinvolgenti.

La Pasqua è il momento centrale della nostra fede. Oggi, quale Pasqua intravede nel nostro cammino come cristiani?

L’essenza

La risposta più semplice (ma tutt’altro che scontata) che potremmo dare è: “quella di sempre”, Gesù è Risorto, e non c’è virus che tenga! “È il trionfo di Dio sul peccato e sulla morte. Anche il virus cede di fronte alla Potenza salvifica di Cristo Risorto. Nella Pasqua Dio ci fa creature nuove, figli della Resurrezione”, è una promessa di guarigione eterna. Ma la Commissione continua, perché come esseri umani, cristiani, inseriti nella storia, è naturale interiorizzare e vivere questo momento, centrale della nostra fede, contestualizzandolo nell’attualità.

Una speranza

Si intravede una Pasqua “ricolma di grandi speranze”, magari “la più sentita e vera che abbiamo mai vissuto, proprio perché la quaresima è stata davvero un momento di preparazione, di purificazione, di attesa della resurrezione”. Una Pasqua che “ci prepara ad affrontare il domani a mani nude, a sentirci, in un contesto che soffre e avvolto dalla negatività, un segno di speranza, un segno di vita in un campo di morte. Un’alba impensabile dopo un Venerdì Santo.”

Una fratellanza

Una Pasqua da vivere ancora di più “in prospettiva del Regno. Non possiamo comprendere l’opera di Dio se non attraverso il suo mistero di amore manifestato in Gesù: la Croce ha vinto la morte. Questo mistero di amore in questa situazione difficile può renderci pienamente umani aprendo il nostro orizzonte al tu dell’altro”, aiutandoci a “crescere nella fratellanza universale”. “Papa Francesco ci ha ricordato che nessuno si salva da solo. Se c’è un senso che può essere letto nella situazione che il coronavirus ci sta costringendo a sperimentare è proprio questo, che ognuno di noi è responsabile per gli altri, e che solamente insieme se ne viene fuori”: una Pasqua che ci richiama con forza al gesto del “lavarsi i piedi” a vicenda.

Una riflessione

Una Pasqua anche con qualche preoccupazione o domanda in più, come la preoccupazione di scongiurare dei giorni “tristi e solitari: contattiamo persone a noi care e non, persone che sappiamo essere deboli, consoliamoci, scambiamoci due parole e auguriamoci la Buona Pasqua”. Le sofferenze e la morte di questo periodo ci hanno in un certo senso avvicinato “alla sofferenza, al calvario, alla morte e Risurrezione del Signore invitandoci a riflettere sul nostro modo di vivere e di essere cristiani.” Qual è il nostro rapporto con Dio? Forse “dobbiamo ‘risorgere’ anche noi in questa Pasqua puntando a vivere una vita cristiana piena”, perché se siamo uniti in Cristo nella sofferenza, tanto più lo siamo nella Resurrezione.

La famiglia

“La Pasqua è la rivelazione che l’Amore, a cui tutti siamo chiamati ognuno nella propria storia e vocazione specifica, si realizza a modo del Figlio di Dio: nella Passione (abbassamento, spogliazione), Morte (fallimento, incapacità di…) e Resurrezione (vita nuova in Cristo).” Siamo chiamati a vivere tutto questo e celebrarlo nelle nostre case, illuminati dalla presenza di Cristo affinché “cresciamo nella vocazione universale all’Amore.” Che la famiglia diventi una “Piccola Chiesa”: forse quest’anno più che mai avremo l’occasione di sperimentarlo.

Desideri

Accanto alla gioia del Risorto, che “da ‘senso felice’ alle nostre speranze”, si fanno strada alcuni desideri per questa Pasqua, un orizzonte a cui puntare dopo questa esperienza. Come un “ritorno all’umiltà e all’impegno più deciso per la giustizia sociale e la pace”, “una assoluta unità e rinnovata comunione all’interno della Chiesa”, e una “nuova attenzione verso la parte più sofferente dell’umanità troppo spesso dimenticata.” Si fa strada la necessità di “non perdere questa occasione tanto dolorosa di isolamento, in cui sentiamo la mancanza anche degli affetti più cari, per ricostruire un nuovo modo di essere Chiesa. Il Vangelo ha la forza di farci comprendere che non ci si salva da soli, la Parola di Dio, la Storia della Salvezza appartiene a un popolo di salvati.”

Ancora un desiderio tra i membri della Commissione, un rinnovato rispetto per il meraviglioso creato di cui Dio ci ha fatto custodi, “un diverso rapporto con l’ambiente nella sua totalità”. E magari potremmo un domani pregare anche noi con “lo spirito di Francesco d’Assisi: «Laudato sii o mio Signore,… per fratello coronavirus : ci ha insegnato l’umiltà, il valore della vita e la comunione».”