Profeti di speranza…sulla via dell’accoglienza

“Mettersi in cammino è tipico di chi va alla ricerca del senso della vita…” ci ricorda Papa Francesco nella bolla indetta per il Giubileo e continua “…Oltre ad attingere la speranza nella grazia di Dio, occorre leggere i segni dei tempi alla luce del Vangelo per rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche”. Un invito semplice e radicale a cui anche l’Ufficio Missionario e la Caritas diocesana hanno scelto di rispondere con il cammino formativo di questo anno: “L’accoglienza una via di speranza”. Un percorso aperto a tutti coloro che hanno il desiderio di vivere un’esperienza di servizio missionario all’estero o semplicemente di nutrire la propria sensibilità missionaria attraverso l’incontro con testimoni di autentica e concreta accoglienza.

Gli incontri si svolgeranno a partire da venerdì 7 febbraio dalle 18.30 alle 20.30 presso il Centro di Accoglienza diocesano in Via dei Velini 221 (ex Faro). La proposta si sviluppa in tre incontri, una cena condivisa con gli ospiti del Centro di Accoglienza e un week-end di spiritualità a Loreto, in cui verrà anche celebrato il mandato missionario per i diversi gruppi che partiranno per esperienze di servizio durante il periodo estivo.

Questo il calendario proposto:

7 febbraio: Partiamo dal Concilio Vaticano II, Annuncio di Cristo e Cooperazione missionaria tra le Chiese

28 febbraio: Il cammino nella diversità, il dialogo interreligioso.

28 marzo: Il diritto di partire in sicurezza, profezia possibile?

10-11 maggio: Missione e accoglienza, i gesti dell’incontro missionario.

“ Non potranno mancare segni di speranza nei riguardi dei migranti, che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per sé stessi e per le loro famiglie. Le loro attese non siano vanificate da pregiudizi e chiusure; l’accoglienza, che spalanca le braccia ad ognuno secondo la sua dignità, si accompagni con la responsabilità, affinché a nessuno sia negato il diritto di costruire un futuro migliore”.

Sono sempre le parole del Papa ad averci guidato in una riflessione che sentiamo sempre più urgente da tempo e in particolare in questo momento storico, dove i tanti scenari di guerra e violenza ci fanno percepire il dramma della dignità violata. La Scuola Missionaria si propone infatti come un segno di speranza, un seme che per crescere ha bisogno della cura e della responsabilità di ogni uomo di buona volontà. L’accoglienza non è un concetto astratto, ma il cuore pulsante della Chiesa che a partire dal Concilio Vaticano II si apre sempre più al respiro della cooperazione e del dialogo. Un dialogo interreligioso, un dialogo che sappia trovare al di là delle differenze una comune lingua universale, quella della centralità dell’uomo e dell’amore per ogni vita.  Non  a caso la scelta della sede, un luogo dove si vive concretamente la bellezza e la sfida dell’accoglienza, non a caso le diverse voci che interverranno nel percorso, testimoni di speranza, sguardi di profezia possibile. Ogni strada si apre percorrendola, anche questo anno  vogliamo tracciare insieme dei passi sulla via dell’accoglienza, nell’orizzonte di una speranza da vivere.