PELLEGRINAGGIO A LORETO CON I MIGRANTI
Il prossimo 9 ottobre riprenderà il “Pellegrinaggio regionale con i migranti a Loreto”, un appuntamento annuale interrotto a causa del covid.
L’invito a tutte le comunità è quello di avvicinare i migranti presenti nelle parrocchie, favorirne la partecipazione ed unirsi a loro nel pellegrinaggio.
La giornata prevede l’arrivo in piazza a Loreto alle ore 16:00.
Dopo un breve saluto, alle 16:30 ingresso in basilica e visita della Santa Casa.
Alle 17:00 Santa Messa e al termine un momento di festa insieme (pranzo al sacco).
Per gli aspetti organizzativi contattare Pierluigi Addari al 3387457188.
Il giorno successivo, 10 ottobre, alle ore 10:00 ritiro regionale dei sacerdoti, condotto dal cardinale Montenegro.
Lo stesso 10 ottobre, alle ore 21:00, incontro aperto a tutti con il cardinale Montenegro.
Meno campane e più campanelli – Concluso il CMD 2022
le riflessioni conclusive del direttore del CMD di Fano sul Campo Missionario 2022
FANO – Non era scontato ripartire con il 42° Campo di Lavoro e Formazione Missionaria eppure i giovani missionari ci sono riusciti!
Trenta ragazzi e ragazze hanno solcato, nonostante le temperature proibitive, le strade della Diocesi toccando le parrocchie di S. Maria Goretti a Fano, S. Biagio a Cuccurano, San Costanzo e Cerasa e infine Cagli. Come sempre la mattina sono stati impegnati nella raccolta di generi di prima necessità devoluti alle rispettive Caritas parrocchiali, il pomeriggio si sono soffermati a riflettere sul tema “Missione: vivere per dono” grazie all’aiuto e alle testimonianze di vita di p. Giorgio Padovan e p. Mario Fugazza, (missionari Comboniani), di alcuni seminaristi e degli animatori, per concludere poi ogni sera con una festa di animazione missionaria nelle piazze delle varie parrocchie. “Chi sono mia madre e i miei fratelli? Chi ascolta la Parola e la mette in pratica sono per me fratello, sorella e madre”. Con queste parole è iniziata la prima riflessione sul tema e p. Giorgio ha sottolineato come tutti abbiamo un fratello che è Gesù, abbiamo un unico padre e 7 miliardi e mezzo di fratelli e sorelle, siamo dunque una famiglia numerosa! “L’idea di essere tutti fratelli è rivoluzionaria, se mettessimo in pratica questo ci sarebbe pace! – ha proseguito padre Giorgio –
Che bello sarebbe il mondo! Giovani, comunità famiglie coltiviamo questo sogno, l’altro è dono per me e noi siamo dono per gli altri, se prendessimo coscienza di questo allora ci sarà pace e vita in abbondanza”.
Durante il campo non ci siamo accontentati delle campane ma abbiamo voluto suonare i campanelli – hanno detto i giovani missionari – siamo Chiesa in uscita per portare un annuncio, un sorriso, il vangelo che è gioia. Dio ci chiama ad uscire dalla massa per riconoscerlo negli altri, ci chiama per un progetto: la vocazione ad essere Missionari. Se ti senti guardato da Dio non puoi fare finta di niente. Quella voce che ci chiama ci rende capaci di scoccare la freccia verso la direzione giusta. Riempiamo di un profumo giovane la vita e il mondo. Nella missione, nel vangelo noi ci crediamo! Spesso incontriamo sofferenze nelle persone vicine, noi siamo chiamati a guarirle con l’ascolto, con la vicinanza, con la condivisione.
“Voi siete il volto giovane della nostra Chiesa siete dono – ha concluso p. Giorgio in una delle omelie delle S.Messe celebrate ogni giorno con i giovani – siete eucarestia, pane spezzato per l’altro. Lo scambio di doni è Vangelo, questo campo è uno stile che deve diventare vita quotidiana. Meno campane dunque e più campanelli per ascoltare, per incontrarci, per guarire, per essere dono per l’altro. Un altra bella testimonianza infine è giunta da padre Mario Fugazza che ha raccontato la sua iniziale esperienza missionaria in Uganda, un paese martoriato da guerre e violenza. “Anche i missionari hanno paura – ha detto p. Mario – il Signore mi ha chiamato, ero distratto volevo rimanere nella mia confort zone ma poi a 27 anni sono partito con le mie paure e le mie ansie. Arrivo in missione il martedì e la domenica a cena scoppia una bomba a mano nel cortile. Poi raffiche di mitra e alcuni malviventi sono entrati in casa e hanno sparato. Violenze e attacchi sono stati lo strascico del colpo di stato in quel Paese. Ho dovuto affrontare le mie paure, ho dovuto incontrare bande armate che hanno ucciso il mio autista e una bambina di sei anni. Sono rimasto in Uganda 10 anni. Cosa fare quindi ? Occorre lasciarsi accogliere dai poveri che, se possono donarsi sono i più felici del mondo. Essere missionari è uscire e buttarsi nel progetto di Dio senza paure.
Un grande lavoro è stato fatto in primis dalle parrocchie che hanno accolto i giovani missionari, che hanno sensibilizzato le proprie comunità e hanno risposto con generosità all’appello per sostenere le Caritas. Fondamentale inoltre il lavoro degli animatori capitanati dal nostro seminarista Marco Rulli, dal segretario del Centro Missionario Filippo Bargnesi e delle direttrici del campo Laura Gai e Greta Cetrone che hanno coordinato ogni aspetto dell’edizione 2022 del Campo Missionario Diocesano.
Marco Gasparini
ANCHE IL CENTRO MISSIONARIO DELLA DIOCESI DI FANO AL CO.MI.GI 2022
“La missione riparte dal futuro, la missione riparte da noi”
ROMA – Una delegazione della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola, in rappresentanza anche della regione Marche, ha partecipato da venerdì 22 aprile a lunedì 25 a Sacrofano di Roma al Convegno Missionario Giovani (CO.MI.GI) organizzato da Missio Italia.
L’incontro, iniziato con l’udienza privata con papa Francesco, è stata una grande opportunità di incontro, di scambio, di confronto per tanti giovani di tutta Italia impegnati nell’ambiente missionario. Il CO.MI.GI ha visto infatti la partecipazione di oltre 300 persone provenienti da tutta Italia e la presenza di molti missionari, missionarie e di tanti laici impegnati in diversi ambiti della società che in questi quattro giorni hanno avuto la possibilità di confrontarsi su diverse tematiche, conoscersi, scambiarsi idee e riflettere sullo status quo della missione alla luce di quanto si è vissuto in questi ultimi anni: pandemia, crisi, guerra, cambiamenti climatici e culturali con uno sguardo di ripartenza rivolto al futuro.
Significative per raccontare questi giorni sono state le parole del segretario Nazionale di Missio Giovani, Giovanni Rocca che si è rivolto così ai presenti durante l’ultima giornata.
“All’inizio di questo convegno papa Francesco ci ha donato i tre verbi che abbiamo meditato in questi giorni e ci ha chiesto di ripeterli: alzati, prenditi cura e mettiti in cammino, ossia testimonia, dillo con la tua vita. Ma anche noi abbiamo donato qualcosa al Santo Padre: il desiderio incontenibile di percorrere le vie del mondo annunciando il Vangelo”.
“Le nostre comunità hanno paura – ha proseguito Rocca – perché temono che correndo possiamo giungere tanto lontani da non tornare più. Ma noi abbiamo preso un impegno: se ci cercate ci troverete nelle periferie dell’umanità fragile e ferita”.
Il senso di questi quattro giorni di CO.MI.GI sta proprio in questo impegno, dice Rocca e confermano con il loro agire i ragazzi delle Diocesi accorsi per celebrare i 50 anni del Movimento Missionario Giovanile: “essere giovani missionari in mezzo agli ultimi, poveri tra i poveri; così come fa la Chiesa in cui crediamo. Che è povera, sfasciata, ma traboccante della ricchezza dell’incontro”.
E ancora, prosegue Giovanni Rocca: “possiamo dire che sia stato un convegno a donarci l’entusiasmo? No. Ma possiamo affermare con certezza che è stata la convivialità delle differenze a farlo: abbiamo colorato questo angolo di Chiesa di mille sfumature”. È vero, non è facile camminare in questa Chiesa: ‘sei giovane, che cosa ne sai tu?’ oppure, ‘si fa così e basta’, o peggio: ‘vieni, ti ascolto ma solo finché ciò che dirai mi piacerà. Non mi piace la tua musica, smettila di usare i social, ma che amici frequenti? Se sei un uomo non puoi amare un uomo’. Noi subiamo tutto questo ogni giorno” ha detto il Segretario di Missio Giovani.
“Eppure, ragazzi, è il momento di finirla: non dichiarando una guerra tra generazioni ma comprendendo la ragione di queste parole.
Guardate gli adulti: sono esseri umani fragili, feriti e impauriti. Tocca a noi fare un passo verso di loro. Tocca a noi dire: ‘mamma, papà, nonna, don, dico a te! Alzati!’ La missione riparte dal futuro, la missione riparte da noi”.
Michele Montanari
Forum missionario: un cantiere per vivere nel mondo il dono e la cura
Di Chiara Pellicci
Risale a ottobre 2019 l’ultimo Forum che il mondo missionario ha organizzato per ritrovarsi in uno spazio d’incontro, una sosta di riflessione e l’identificazione di strade da percorrere nel futuro. Quell’edizione, svoltasi a Sacrofano (Roma), era intitolata “La missione fa la Chiesa: battezzati e inviati per la vita del mondo”. Furono giorni importanti per comprendere che il lavoro più urgente era “quello di riuscire a dare consapevolezza del dono del battesimo, della sua grandezza e straordinarietà. Dobbiamo riscoprire – fu il commento di don Giuseppe Pizzoli, direttore della Fondazione Missio – che tutti siamo chiamati a ricentrare la vita della Chiesa sul sacerdozio comune dei fedeli, di cui il Concilio Vaticano II ci ha parlato: tutti i battezzati sono titolari della testimonianza”.
Dopo cinque anni, alle soglie del Giubileo 2025 e in pieno svolgimento del Sinodo, ecco il Forum 2024.È in programma a Montesilvano (Pescara) dal 11 al 14 novembre con il titolo “Cantiere missione. Vivere nel mondo il dono e la cura”. L’evento è organizzato dalla Fondazione Missio per le équipe dei Centri missionari diocesani, le Commissioni missionarie regionali, i vescovi incaricati regionali e i vescovi componenti la Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione fra le Chiese, il Consiglio missionario nazionale, i rappresentanti della Conferenza istituti missionari in Italia (Cimi) e del Segretariato unitario di animazione missionaria (Suam).
Il titolo del Forum 2024 è “una sintesi degli obiettivi e del cammino che vogliamo percorrere insieme”, spiegano. “Cantiere missione”, infatti, sottolinea uno stretto legame al cammino sinodale che viene declinato nei suoi aspetti fondamentali nello svolgimento del Forum, con l’obiettivo di riarticolare le relazioni utilizzando dinamiche sinodali e comunicazione partecipativa. Il riferimento al “dono” esplicita il desiderio di proseguire il percorso a partire dal vissuto emerso durante il Festival della Missione 2022 a Milano: la missione come scambio di doni, reciprocità, cooperazione tra le Chiese. Infine l’attenzione alla “cura” vuole aprire nuove prospettive sul vivere in un mondo che cambia così velocemente: “Non significa attuare nuove tecniche – spiegano gli organizzatori – ma realizzare un nuovo stile di azione ecclesiale qualificato dall’incontro con il Vangelo”.
La modalità del Forum prevede di partire dalla vita, dall’ambito esperienziale:ciò permette di allargare lo sguardo e di ascoltare le riflessioni tematiche con un altro approccio.
Nel programma ampio spazio viene riservato ai laboratori, guidati da facilitatori che sono stati formati per l’obiettivo specifico. Ciò “permetterà di calare nella propria esperienza territoriale le suggestioni ascoltate”, fa notare la commissione preparatoria, che prosegue: “Anche durante i momenti informali si favorirà la reciproca conoscenza e si promuoveranno sinergie tra i partecipanti. Questo approccio è particolarmente significativo nel contesto del Forum, poiché l’attenzione è concentrata sulla promozione della ‘cura’, partendo proprio dalle persone che compongono i Centri missionari”.
Oltre 15 gli ospiti invitati ad intervenire:da padre Dario Bossi, missionario comboniano, da più di 15 anni in Brasile, a suor Rosemary Nyirjmbe, ugandese, ostetrica, che si dedica da anni alle vittime delle violenze dell’Lra, milizia che dagli anni Ottanta semina morte in Africa centrale; è stata nominata eroe dell’anno dalla Cnn nel 2007, e nel 2014 Time l’ha inserita fra le 100 personalità più influenti del mondo. E ancora: padre Alejandro Solalinde, sacerdote messicano, difensore dei diritti umani e direttore di Hermanos en el Camino, rifugio per i migranti latinoamericani che cercano di attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti; Paola Caridi, saggista e giornalista, esperta di storia politica contemporanea del mondo arabo; Enrica Salsi, da molti anni in Madagascar come fidei donum laica della diocesi di Reggio Emilia; padre Filippo Ivardi, missionario comboniano, in Ciad per dieci anni; Giacomo e Silvia Crespi, famiglia fidei donum della diocesi di Milano, missionaria a Pucallpa (Perù) per vari anni e oggi rientrata in Italia.
Jesi, Veglia missionaria diocesana celebrata a Moie
È stato bello ascoltare le testimonianze delle persone che dalla nostra diocesi sono in missione. È stato il pensiero e il commento comune tra i partecipanti alla veglia missionaria diocesana nella chiesa Santa Maria di Moie, sabato 19 ottobre. Organizzata dall’ufficio missionario diocesano, guidato dal diacono Emilio Capogrossi, e dalla parrocchia di Moie, è stata l’occasione per dedicare un pensiero a tutti i missionari e missionarie della diocesi, per ricordare chi tra di loro ha concluso la sua vita, per pregare per il loro servizio, per condividere un momento di fraternità portando a casa un dono simbolico. A ogni partecipante sono stati offerti oggetti che abbiamo a portata di mano e che spesso non valorizziamo o sprechiamo: due giornali diocesani di altre città italiane che seguono la vita dei missionari e missionarie in ogni parte del mondo e una saponetta confezionata con i ritagli di stoffa. Sono state lette le testimonianze arrivate da don Luigi Carrescia dal Brasile, dalle saveriane sr Emanuela e sr Rosanna Bucci, dai saveriani don Mauro Mollaretti dal Giappone e padre Angelo Cappannini dall’Indonesia. Padre Francesco Pettinelli e Edda Guerro hanno raccontato delle adozioni a distanza nelle missioni estere dei Cappuccini delle Marche e Maela Zenobi ha condiviso l’opera dell’associazione Il Battito che unisce a favore delle ragazze di Mapinga, nel campus delle Suore Missionarie di Santa Teresa del Bambin Gesù in Tanzania.
Vescovo don Gerardo
Il vescovo mons. Gerardo Rocconi ha apprezzato le testimonianze della veglia e ha commentato il messaggio del santo Padre per la Giornata missionaria mondiale di quest’anno. “Perché in tante occasioni la missione sembra non portare frutto? – ha detto il Vescovo – Anche la nostra Italia è terra di missione, la gente che partecipa alla vita della Chiesa è una piccola percentuale ma tutti hanno diritto di ricevere l’annuncio che Gesù è la salvezza. Il senso della vita è nel saper amare, lì è la vera gioia ed i missionari e le missionarie lo dimostrano ogni giorno: a loro esprimiamo la nostra vicinanza e il ringraziamento per il servizio di evangelizzazione e di vicinanza agli ultimi”.
Don Luigi Carrescia
Nel suo messaggio, don Luigi Carrescia ha fatto riferimento al compito missionario di ciascun cristiano ed ha ricordato il dono della vita di alcuni missionari e l’anelito per le missioni di don Aldo Anderlucci. «Ogni luogo di vita è terra di missione, tanto nella Vallesina, come nei piccoli paesi che la compongono, ma vedere che la Chiesa jesina pur nella sua piccolezza, continua la sua missione fuori dai suoi confini con alcuni ‘inviati’: giovani laici/laiche, religiosi/e e sacerdoti in vari parti del mondo, ci fa sentire tutti membri di una chiesa viva, in cammino. Durante il mese di ottobre incontri di riflessione e di preghiera si svolgono nelle comunità della nostra Parrocchia con sussidi appropriati proposti dal settore Missionario della Conferenza Episcopale Brasiliana e l’equipe missionaria permanente della nostra Parrocchia continua visitando le famiglie, aiutata anche dal gruppo ‘Gioventú Missionaria’, più per ascoltare che per parlare perché l’annuncio è fatto anche nel paziente ascolto di chi aspetta che qualcuno gli dia attenzione e gli dica una parola di speranza. Ma non possiamo delegare la missione a piccoli gruppi, la testimonianza e il servizio della carità sono propri di ogni battezzato. Che l’esempio di grandi figure come Pe. Francesco Carloni e Pe. Savio Corinaldesi qui in Brasile o Padre Matteo Pettinari in Costa D’Avorio, lo stesso don Aldo lí a Moje che ricordo volentieri, ma anche di tanti laici che hanno speso la vita per il Vangelo, ci siano di esempio per vivere con un rinnovato entusiasmo la nostra missione. In comunione nel ricordo e nella preghiera, un cordialissimo saluto e un abbraccio al Vescovo Gerardo, a don Igor e a tutti voi! Buon mese missionário!»
Testimonianza di Edda Guerro
«Un caffè di meno e un sorriso di un bambino in più»: lo slogan che la signora Edda Guerro aveva scritto in un cartello nel suo bar per promuovere le adozioni a distanza in Etiopia. Con emozione, Edda ha ricordato l’origine del suo impegno per le missioni, 38 anni fa, con i suoi parenti e amici e quando lavorava al Bar dello Sport a Moie. Dall’idea di scrivere quello slogan al bar, si è sviluppata una grande attività missionaria, con mercatini, raccolte in spettacoli teatrali, incontri con classi e gruppi di catechismo fino ad arrivare a settecento adozioni a distanza. Negli ultimi anni il numero delle adozioni è diminuito, ma sono comunque cento quelle che fanno riferimento all’impegno della signora Edda che non è mai venuto meno. «Le adozioni hanno dato a tutti tanta gioia e tanto amore – ha detto emozionata – sono stati anni bellissimi di progetti e di incontri con persone che hanno desiderato, con questo gesto, regalare un sorriso e un po’ di bene ai più piccoli dell’Etiopia e del Benin». Padre Francesco Pettinelli, segretario delle Missioni Estere dei Cappuccini delle Marche, ha aggiornato sulle adozioni a distanza: attualmente sono 400 di cui cento sono di famiglie della Vallesina e permettono di sostenere il minore e tutta la sua famiglia. Padre Pettinelli, di ritorno da un viaggio in Etiopia e in Benin, dove ha visitato le famiglie seguite e i religiosi cappuccini, ha ringraziato per l’affetto e il sostegno che riceve dalla diocesi, ha spiegato il funzionamento dell’asilo per bambini e bambine di madri carcerate realizzato con le raccolte fondi a Moie e ha chiesto di continuare a sostenere l’opera missionaria dei Cappuccini delle Marche, che cercano di portare aiuto e speranza.
Associazione Il battito che unisce
La signora Maela Zenobi, volontaria dell’associazione Il battito che unisce, di ritorno dal viaggio in Tanzania, ha condiviso l’emozione di vedere sia la cerimonia per il conseguimento del diploma delle ragazze al campus scolastico di Mapinga sia le costruzioni del campus sia l’organizzazione e la gestione dello stesso. Il progetto è iniziato gradatamente e ha raggiunto il cuore di tante persone che in modi diversi hanno offerto il loro aiuto per raccogliere i fondi necessari alla costruzione del campus scolastico nella missione delle Suore carmelitane missionarie di santa Teresa del Bambin Gesù. L’associazione Il battito che unisce è riuscita a organizzare, dal 2008, una serie di eventi e iniziative che hanno portato a realizzare diverse costruzioni del campus dove le studentesse possono vivere durante l’anno scolastico e studiare, oltre che acquisire tante competenze per la gestione della casa, della persona, della famiglia, dell’educazione e del rispetto sociale. Ora “il lavoro” dei volontari dell’associazione è proteso al completamento del quarto piano, di 1000 mq, dell’edificio scolastico che dovrà essere funzionante anche per proseguire gli studi di altri due anni prima dell’accesso universitario.
Testimonianza di padre Mauro Mollaretti
Sono Mauro Mollaretti, missionario Saveriano (di quelli che erano a Poggio San Marcello), e mi trovo a lavorare in Giappone da 64 anni. Ho lavorato sempre nelle chiese e, anzi ne ho aperta anche una nuova. Adesso che ho 90 anni, i superiori mi hanno chiamato qui, nella nostra casa regionale, nel “parcheggio”, pronto per volare alla prossima chiamata di nostro Signore. Qui sfrutto la mia attività artistica per fare quadri, vetrate e rilievi per abbellire le nostre povere e semplici chiesette, in maniera che le persone non cristiane che vi entrano nel caso di matrimoni o funerali degli amici cristiani, possano essere invogliati e attirati a ritornarvi.
Desidero creare quell’atmosfera sacra e arcana che invoglia a ritornare ancora. Difatti, due anni fa ho fatto delle vetrate per una nuova chiesa e so che una persona che abita in un altro paese, ogni settimana va in questa chiesa a pregare davanti alla vetrata della Trinità che ho fatto.
Questa è la mia attività missionaria attuale. Tra altre cose, insegno anche pittura a olio da 45 anni a un gruppo, tutti non cristiani, sperando sempre di “pescarli” con l’amicizia.
Sono molto contento dell’attività missionaria della diocesi di Jesi e penso che Dio vi benedirà abbondantemente.
Vi saluto tanto e ringrazio.
Testimonianza di padre Angelo Cappannini
Il Papa Francesco, nella recente visita apostolica in Indonesia e nel messaggio per la giornata Missionaria ci ricorda: “Ancora oggi, in un mondo lacerato da divisioni e conflitti, il Vangelo di Cristo è la voce mite e forte che chiama gli uomini a incontrarsi, e a riconoscersi fratelli e a gioire dell’armonia tra le diversità. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità”. Ogni uomo e ogni donna è destinatario dell’invito di Dio a partecipare alla sua grazia che trasforma e salva. La missione per tutti richiede l’impegno di tutti”. Grazie a tutti coloro che pregano per i missionari. Sono contento di aver trascorso quasi 50 anni in questa grande nazione indonesiana collaborando in due parrocchie e poi nella formazione dei giovani seminaristi saveriani. Sono arrivato in Indonesia l’8 gennaio 1975. Saluti a tutti. Sempre uniti nel Signore.
Testimonianza di sr Rosanna Bucci e sr Emanuela Bucci
Come figlie della Chiesa jesina, Emanuela e Rosanna ci uniamo a mons. Gerardo e a tutti voi in questa veglia missionaria diocesana. Siamo riconoscenti alla diocesi di Jesi e a questa unità parrocchiale di Moie e di Maiolati Spontini che da anni ci sostiene anche tramite il ricavato dei mercatini organizzati da Davina Spinaci e collaboratori.
Emanuela quest’anno ha celebrato il suo 40mo anniversario di consacrazione missionaria religiosa. È stata missionaria negli Stati Uniti e ora svolge la sua missione a Parma nel servizio che le è stato affidato alla Procura Missioni.
Rosanna, missionaria in Repubblica Democratica del Congo, ha svolto diversi servizi nell’ambito sanitario e in un centro per persone con disabilità. Quest’anno è dovuta rientrare in Italia per l’assistenza alla mamma, continua però on line alcune attività per la Delegazione in Congo e altri servizi alla casa Madre a Parma.
Il 18 agosto di quest’anno come Famiglia Saveriana, proprio nella diocesi di Uvira, sono stati proclamati beati tre saveriani – Vittorio Faccin, Luigi Carrara, Giovanni Didonè – e un sacerdote congolese, Albert Joubert, che avevano scelto di restare con la gente malgrado il pericolo della guerra e sono stati uccisi dai ribelli nel 1964; e lo scorso 7 e 8 settembre abbiamo ricordato il decimo anniversario dell’uccisione, cinquant’anni dopo, in Burundi, delle nostre tre sorelle Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian. (…) Chiediamo a Vittorio, Luigi, Giovanni, Albert, Olga, Lucia, Bernardetta, come nostri amici, di intercedere per noi il dono dello Spirito, che risvegli il senso della gioiosa urgenza di condividere nel quotidiano con tutti, principalmente con gli ultimi, la gioia dell’invito al banchetto. C’è troppa fame di gioia, di speranza, di senso; troppa fame di cibo e dignità negli uni e troppa ubriacatura in ciò che non sazia negli altri. Che nessuna Eucarestia ci veda tornati a casa indifferenti. Che tutti possiamo insieme entrare con gioia al banchetto!
Il diacono Emilio Capogrossi, direttore dell’ufficio missionario diocesano, ha ringraziato il vescovo don Gerardo, il parroco don Igor Fregonese, padre Francesco Pettinelli e tutti i partecipanti che sia con la presenza sia con le testimonianze hanno permesso di vivere al meglio la veglia, offrendo riflessioni e punti di vista diversi.
Ancona, Veglia missionaria: “Un banchetto per tutte le genti”
Oggi, domenica 20 ottobre, si celebra la 98esima Giornata missionaria mondiale sul tema “Andate e invitate al banchetto tutti” (Mt 22, 9) e la diocesi si è preparata a questa giornata con due appuntamenti: la veglia nella parrocchia di Polverigi vissuta venerdì 18 ottobre e la testimonianza su quattro martiri beatificati a Uvira (Repubblica del Congo), ricordati sabato 19 ottobre nella parrocchia delle Grazie.
Il tema di quest’anno si ispira al Vangelo di Matteo e pone l’accento sull’universalità della chiamata alla missione, sottolineando il bisogno di fraternità e solidarietà in un mondo sempre più diviso. Durante la veglia i fedeli sono stati quindi invitati a passare dal banchetto dell’accumulo, del consumismo e dell’individualismo a quello della condivisione, dell’essenzialità e della fraternità. Ascoltando il brano del Vangelo e alcuni passi del messaggio del Papa per la Giornata missionaria mondiale, sono stati presentati quattro scenari, ognuno accompagnato da una testimonianza.
Il primo scenario è stato il rifiuto di chi ha già il “suo” banchetto, facendo riferimento al rifiuto degli invitati alle nozze nel passo del Vangelo. Come si legge nel messaggio del Papa: «Mentre il mondo propone i vari “banchetti” del consumismo, del benessere egoistico, dell’accumulo, dell’individualismo, il Vangelo chiama tutti al banchetto divino dove regnano la gioia, la condivisione, la giustizia, la fraternità, nella comunione con Dio e con gli altri». Sull’altare è stata messa una tovaglia e sono stati accesi cinque ceri colorati, simbolo dei cinque continenti. Dopodiché è stata ascoltata la testimonianza di Tiziana e Andrea che, in occasione del loro 25esimo anniversario di matrimonio, sono partiti per l’Uganda con i loro figli per conoscere il bambino che sostengono a distanza. «Abbiamo visitato le scuole – hanno raccontato – e conosciuto tanti missionari, preti e laici, che hanno messo loro vita a disposizione degli altri. Questo è ciò che rende una persona realizzata e ognuno può fare la sua parte nella propria quotidianità, mettendosi a servizio gli altri».
Nel Vangelo di Matteo, su indicazione del re, i servi vanno poi ai crocicchi delle strade e invitano al banchetto tutti quelli che trovano, buoni e cattivi. Il secondo scenario è stato quindi l’accoglienza dei “senza banchetto”. Un grosso pane è stato messo sopra l’altare ed è stata ascoltata la testimonianza di Samuele e Tommaso che sono stati in Camerun con i missionari saveriani: «Abbiamo fatto tante attività con i bambini e conosciuto le persone del posto, incontrando i malati e i poveri nelle loro case. Ciò che ci portiamo nel cuore sono tutti gli incontri e i bei rapporti che abbiamo costruito con tante persone, ci siamo sentiti veramente accolti».
Il lettore ha continuato a leggere il brano del Vangelo di Matteo, quando il re vede un tale che non indossa l’abito nuziale e ordina ai servi di gettarlo fuori. Il terzo scenario è stato quindi il banchetto “derubato”. Il pane sull’altare è stato pezzato e una parte è stata gettata via, dopodiché don Michele Montebelli ha raccontato la sua esperienza di Argentina, in occasione del suo 25esimo anniversario di sacerdozio: «Sono stato con don Sergio e don Isidoro nelle parrocchie che loro hanno guidato per tanti anni come sacerdoti fidei donum. Una delle cose più belle è stata la festa della Madonna di Huachana il 31 luglio, molto sentita da tutto il popolo. È stata un’esperienza di incontro e servizio e, come ha detto Papa Francesco, davvero ogni volta che incontriamo persone nuove scopriamo il volto di Dio».
Il quarto scenario missionario è stato la vita donata ed è stato acceso un faro rosso. Don Faustino Turco, postulatore dei missionari saveriani, ha parlato di quattro martiri beatificati il 18 agosto: Vittorio Faccin, Luigi Carrara, Giovanni Didonè, religiosi della Pia Società di San Francesco Saverio per le Missioni Estere, e padre Albert Joubert, sacerdote congolese, assassinati nel contesto di tensioni politiche e sociali, lotte di potere e guerre tribali che hanno caratterizzato la terra congolese dopo l’indipendenza dal dominio belga. Avevano deciso di restare, nonostante fossero in pericolo di vita, per continuare a portare il Vangelo tra la gente. Don Faustino ha sottolineato che «hanno donato la vita per i propri amici, come ci ha detto Gesù. Sono stati uccisi perché hanno deciso di restare per amore del popolo che li aveva accolti. Hanno testimoniato con la vita il Vangelo che hanno proclamato anche con la parola».
È seguita la riflessione dell’Arcivescovo, che ha spiegato che «Gesù prima di ascendere al cielo, dà il mandato ai suoi discepoli. Sono persone che dubitano, nonostante abbiano visto Gesù morto e risorto. Sono increduli, ma Gesù si fida di loro e dice: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo”. E cosa fanno gli apostoli dopo il mandato? Si chiudono nel cenacolo, non hanno la forza di annunciare. Solo quando Gesù manda lo Spirito Santo, escono fuori e annunciano il Vangelo. Oggi tanti cristiani sono perseguitati, anche con i guanti bianchi, ma lo Spirito Santo infuoca i cuori. Annunciare il Vangelo è un rischio, ma è bello. Se hai incontrato Gesù che ti ha cambiato la vita, sei disposto a morire per chi ha dato la vita per te?».
Al termine della veglia sono stati accolti i nuovi operatori pastorali, sacerdoti e religiose non italiani nella diocesi. L’Arcivescovo ha consegnato a ognuno il Crocifisso e i fedeli hanno poi ricevuto il mandato missionario, per essere tutti, in ogni situazione, testimoni dell’incontro con il Risorto, presso le sorelle e i fratelli che incontreranno. La veglia si è conclusa con il gesto del pane spezzato. Come segno di partecipazione al banchetto, i testimoni ascoltati durante la serata hanno spezzato il pane e lo hanno offerto all’assemblea.
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Veglia e Giornata Mondiale Missionaria il 17 e 20 ottobre nella Diocesi di Macerata
Tempo di attesa anche nella Diocesi di Macerata per la Giornata Missionaria Mondiale del prossimo 20 ottobre, indetta nel 2024 secondo le parole di Gesù nella parabola del banchetto nuziale: «Andate e invitate al banchetto tutti» (cfr Mt 22, 1-14).
Papa Francesco rinnova in tal senso l’invito a valorizzare la Giornata Missionaria Mondiale nel suo carattere universale: «raccomando a tutte le Diocesi del mondo il servizio delle Pontificie Opere Missionarie, che costituiscono i mezzi primari “sia per infondere nei cattolici, fin dalla più tenera età, uno spirito veramente universale e missionario, sia per favorire una adeguata raccolta di sussidi a vantaggio di tutte le missioni e secondo le necessità di ciascuna” (Decr. Ad gentes, 38)».
Le collette raccolte durante la Giornata Missionaria Mondiale in tutte le Chiese locali sono infatti interamente destinate al Fondo universale di solidarietà che la Pontificia Opera della Propagazione della Fede poi distribuisce, a nome del Papa, per le necessità di tutte le missioni della Chiesa.
Il tema scelto quest’anno dal Pontefice, inoltre, invita a riflettere su alcuni aspetti importanti dell’evangelizzazione particolarmente attuali in questa fase finale del percorso sinodale (27 ottobre), in conformità al motto «Comunione, partecipazione, missione»: “Andate e invitate!”, la missione rivolta alla festa del Signore; il “banchetto”, nella prospettiva escatologica ed eucaristica della missione di Cristo e della Chiesa; infine “tutti”, ovvero la missione universale dei discepoli di Cristo e la Chiesa tutta sinodale-missionaria.
Su impulso della stessa Diocesi e del Centro Missionario Diocesano di Macerata, la Giornata Missionaria Mondiale sarà anticipata giovedì 17 ottobre, alle ore 21, dalla “Veglia Missionaria Diocesana”, presso la parrocchia di San Francesco, sempre nel capoluogo.
Mons. Marconi ricorda per l’occasione «l’importanza della preghiera per la Chiesa tutta in tutte le dimensioni della sua missione»: «Chiedo che tutti, grandi e piccoli – afferma il Vescovo di Macerata –, possano sperimentare la bellezza di un battesimo vivo, fervente ed efficace, capace di far innamorare o rinnamorare del Vangelo di Gesù: Maria Santissima Madre della Misericordia interceda per tutte le nostre necessità missionarie e ci spinga fino ai confini della terra».
Fermo, Veglia Missionaria 2024 – Sulle orme di San Giuseppe Allamano
Di Attilio Ascani, Direttore Centro Missionario Diocesano
Nella diocesi di Fermo la Veglia Missionaria 2024 sarà celebrata Martedì 15 Ottobre alle ore 21:00 nella Chiesa di San Giorgio a Porto San Giorgio.
La veglia sarà caratterizzata dall’approfondimento della figura del Beato Giuseppe Allamano e dalla presenza e testimonianza di alcuni Missionari della Consolata fra cui P. Stefano Camerlegno, originario della nostra Diocesi e P. Giovanni Treglia superiore per l’Europa dell’Istituto Missionari della Consolata.
Durante la Veglia cercheremo di avvicinarci alla figura di questo santo sacerdote che dall’intimità con il Signore, coltivata e condivisa nel santuario della Consolata, si è lasciato dilatare il cuore al punto da intuire, sognare e attuare una missione più grande, che si è estesa fino ai confini del mondo.
Il 29 gennaio 1901 fonda l’Istituto missioni Consolata che nel 1902 avvierà le sue attività di apostolato con la partenza per il Kenya dei primi quattro missionari ed oggi è presente in 26 Paesi. Una presenza che da oltre 50 anni anima anche la missionarietà della Diocesi di Fermo dal santuario di Santa Maria a Mare.
Nel 1912, con altri responsabili missionari, si rivolse direttamente a papa Pio X chiedendo l’istituzione di una giornata di sensibilizzazione alla missionarietà della Chiesa. La risposta arriverà soltanto dopo la sua morte, dalla Pontificia Opera della Propagazione della Fede, che istituirà la Giornata Missionaria Mondiale, dal 1926 ufficializzata ogni anno la terza domenica di ottobre.
Ed è appunto nella Giornata Missionaria Mondiale 2024 (il 20 ottobre) che Papa Francesco proclamerà la santità di Giuseppe Allamano, sacerdote della chiesa torinese, rettore del santuario della Consolata, formatore di sacerdoti e fondatore dei missionari e delle missionarie della Consolata.
Durante la Veglia, che sarà presieduta dal nostro Arcivescovo, avremo anche la possibilità di ascoltare le testimonianze di missionari consacrati e laici impegnati in diversi modi e in diversi “crocicchi delle strade” del mondo di oggi per invitare tutti «al banchetto divino dove regnano la gioia, la condivisione, la giustizia, la fraternità, nella comunione con Dio e con gli altri».
Sarà anche una opportunità per riflettere sulla santità nella vita ordinaria a cui il Beato Allamano invitava ed invita tutti: «la santità non è fare miracoli ma far tutto bene. Farci santi nella via ordinaria. Certa gente cerca sempre le cose grandi, straordinarie. Non è cercare Dio, perché Egli è tanto nelle cose grandi come nelle cose piccole; perciò bisogna star attenti a far tutto bene. I Santi sono santi non perché abbiano fatto dei miracoli, ma perché hanno fatto bene ogni cosa. Non dobbiamo semplicemente fare il bene: dobbiamo farlo con diligenza e nel miglior modo possibile. La pazienza va seminata dappertutto»
Padre Matteo Ricci, una mostra a disposizione
Padre Matteo è stato veramente un missionario di Cristo ed ha saputo farsi “cinese fra i cinesi”, capendo bene che per evangelizzare un popolo è necessario conoscere e diventare parte di quella cultura, rinnovandola dall’interno con il Vangelo. Dal 18 dicembre 2022 padre Matteo Ricci è stato proclamato “venerabile” e ci auguriamo che possa essere presto proclamato “beato” e poi “santo”. Il vescovo Nazzareno Marconi, della diocesi di Macerata, ha scritto un piccolo ma interessante libro: “Macerata Pechino solo andata”.
Sarebbe un vero peccato non conoscere la vita più che avventurosa e santa del nostro concittadino: missionario, astronomo, cartografo, matematico, e quanto altro. Il marchigiano più conosciuto al mondo.
Per questo vogliamo far conoscere una mostra che il Centro Missionario della diocesi di Macerata mette volentieri a disposizione.
La mostra è costituita da cinque banner di cm 220 x 50 dove nel primo si presenta il personaggio Venerabile con la data e luogo di nascita e morte (Macerata 6/10/1552 – Pechino 11/5/11610); nel secondo viene illustrato il viaggio di padre Matteo da Macerata a Roma e poi, partito da Lisbona con un veliero, dopo la circumnavigazione dell’Africa l’arrivo a Goa in India. Nel terzo banner vediamo le scene della sua partenza da Macerata, i suoi studi universitari a Roma e il veliero che lo porta in Asia. Nel quarto è presentata la sua ordinazione sacerdotale, la sua vita missionaria e le sue sterminate conoscenze nei vari ambiti del sapere. Così farà arrivare in Cina la ricchezza culturale dell’Occidente e potrà trasmettere in Europa i contenuti della cultura cinese: straordinario merito di padre Matteo che non va dimenticato. Nel quinto banner vengono rappresentati doni per l’imperatore, soprattutto l’orologio che suona le ore e che fu suo compito costruire nei cortili del palazzo imperiale, che lo obbligherà a rimanere lì per assicurarne il funzionamento. Ed infine l’ultimo disegno presenta il monumento funebre dove sono scolpite in latino e cinese le due parole più conosciute “Italicus maceratensis”.
Una mostra facile da istallare e da trasportare, chi fosse interessato si deve rivolgere a don Alberto Forconi (cell 333.1471791)
Pieghevole pieghevole matteo ricci 2024 (1)
Missioni: proseguono le iscrizioni alle Giornate nazionali di formazione e spiritualità ad Assisi
È ancora possibile iscriversi per la partecipazione in modalità “a distanza” alla 22ma edizione delle Giornate nazionali di formazione e spiritualità missionaria che si svolgono dal 29 agosto all’1 settembre ad Assisi, dal titolo “Ai crocicchi delle strade. Andate e invitate!”. Chiuse ormai le iscrizioni per la partecipazione in presenza, fino al 25 agosto c’è ancora la possibilità di comunicare la propria volontà di seguire l’evento “a distanza” con il programma qui indicato.
Numerosi i relatori: Laura Verrani, teologa, alla quale sono affidate le lectio del mattino; Gianni Borsa, giornalista, “che farà una lettura dell’attualità domandandosi quali sono oggi, concretamente, i crocicchi delle strade e su quali crocevia ci è richiesto di essere, laddove volessimo vivere appieno la nostra umanità e la nostra fede”. Con lui dialogherà monsignor Gherardo Gambelli, arcivescovo di Firenze, per molti anni missionario fidei donum in Ciad.
Il secondo giorno sarà la volta di suor Roberta Tremarelli, segretaria generale della Pontificia Opera della santa infanzia, che interverrà su “Lo stile di azione del discepolo missionario”; a seguire, don Dario Vitali, teologo e consultore della segreteria generale del Sinodo, illustrerà “La dimensione sinodale del mandato missionario” e il pomeriggio si chiuderà con una tavola rotonda che vedrà la partecipazione di don Tommaso Nava, fidei donum in Perù, Mauro Marangoni e Chiara Bolzanella, famiglia missionaria della diocesi di Padova, e suor Esther Koudoglo, missionaria togolese delle Piccole Suore della Sacra Famiglia.
Il terzo giorno è in programma un collegamento per approfondire il tema “Pellegrini di speranza” con tre testimonianze missionarie e il racconto del pellegrinaggio nella terra dei martiri. Infine l’ultimo giorno, dopo la lectio e le risonanze dall’assemblea, don Giuseppe Pizzoli, direttore della Fondazione Missio, terrà l’intervento conclusivo per “riprendere il cammino”, con la ricchezza di quanto vissuto e assimilato nelle giornate precedenti.
“Ricordiamo – spiegano dalla Fondazione Missio, organismo della Cei – che l’invito a partecipare è rivolto a tutti, in particolare ai direttori, alle équipe e agli animatori dei centri/uffici missionari diocesani, ai fidei donum, ai laici, ai missionari rientrati dalla missione, agli animatori parrocchiali oltre che agli appartenenti a istituti e congregazioni maschili e femminili, ai seminaristi, a onlus e ong di ispirazione cristiana impegnate nella missione: per tutti l’obiettivo è acquisire contenuti e strumenti per qualificare meglio il proprio servizio missionario alla Chiesa e al mondo”.
Per iscriversi in modalità “a distanza” cliccare qui (fino al 25 agosto).
Iniziato il Campo Missionario Diocesano 2024 – CMD 2024
FANO – Anche quest’anno il Campo Missionario Diocesano porterà un po’ di movimento nella calda estate delle parrocchie.
Iniziato dal 21 luglio, terminerà il 27 luglio e coinvolgerà un gruppo di circa 50 giovani provenienti da tutta la Diocesi di Fano, guidati dagli animatori e dai missionari Comboniani.
I giovani stanno vivendo un’esperienza ecclesiale di fede, essenzialità e condivisione nello spirito del messaggio di quest’anno del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale, dal titolo “Andate e invitate al banchetto tutti”.
A Verona il corso: Comunicare la missione – 1 modulo
Verona, 15 giugno 2024
ISCRIZIONI ENTRO E NON OLTRE IL 4 GIUGNO 2024
I giovani raccontano la missione
A chi si rivolge. Ai giovani che sono in partenza per esperienze in Missione, ai giovani che si preparano per il servizio civile all’estero con Focsiv o che partono con la nuova Convenzione Giovani.
Finalità. Offrire elementi, nello stile del laboratorio, per acquisire competenze di base necessarie per una adeguata comunicazione social dell’esperienza vissuta. Riflettere sul modo di comunicare e di raccontare la Missione.
Programma
Sabato 15 giugno 2024
MATTINA
- 09:00 Presentazione dei partecipanti e presentazione della giornata.
- 09:30 Laboratorio di storytelling: come costruire un racconto efficace, la scelta del social, il linguaggio, l’utilizzo delle foto e dei video.
- 12:00 Incontro/dibattito con un missionario /a che usa i social per raccontare la sua esperienza.
12:45 Pausa pranzo.
POMERIGGIO
- 14:00 Laboratorio di video making: come costruire un video efficace per i social. A cura di Luci nel Mondo.
- 16:30 Perché e come comunicare la missione: dibattito con alcuni direttori di CMD e Focsiv.
17:45 Conclusioni con aperitivo.
A fine giornata verrà consegnato ai partecipanti un piccolo vademecum con alcune regole per una comunicazione social efficace.
Quando: sabato 15 giugno.
Luogo: Sezione CUM sede di Verona Via Gaetano Trezza 15.
Costo: Iscrizione 15 €, pranzo (facoltativo) 10 €
Iscrizioni entro e non oltre il 4 giugno 2024
Modalità d’iscrizione ai corsi:
1) rispettare il termine previsto per le iscrizioni;
2) scaricare e compilare il modulo per l’iscrizione, compreso il consenso al trattamento;
3) una volta compilato spedire il modulo all’indirizzo segreteria.cum@missioitalia.it insieme alla copia del versamento del contributo richiesto;
4) tutti i contributi vanno corrisposti tramite versamento sul nostro C.C. n. 007835 intestato a: FONDAZIONE MISSIO SEZIONE CUM, codice IBAN: IT54T0503411713000000007835. Il conto è appoggiato al BANCO BPM, dip. 0115 VERONA AG. 27.
N.B.: NON SARANNO ACCETTATE SCHEDE D’ISCRIZIONI INCOMPLETE. TUTTI I DOCUMENTI RICHIESTI PER L’ISCRIZIONE VANNO SPEDITI IN UN’UNICA SOLUZIONE.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi alla Segreteria del CUM
tel. 045 8900329 – segreteria.cum@missioitalia.it
ORARIO SEGRETERIA: dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 12:30
Noticum di giugno: il futuro della pace dopo Arena 2024
E’ on line il numero di giugno di Noticum, la rivista digitale della Fondazione Missio.
Su questo numero, in primo piano, papa Francesco a Verona per Arena di Pace il 18 maggio scorso: gli interventi del pontefice in risposta alle domande dei cinque tavoli tematici nei quali è stato declinato il tema “Giustizia e Pace si baceranno”.
Nelle pagine a seguire: il “disastro annunciato” delle alluvioni nel Sud del Brasile; la nuova costituzione del Togo; i bambini-minatori nella Repubblica Centrafricana; la lettera all’Unione Europea del cardinale Zuppi e di monsignor Crociata in vista delle elezioni del Parlamento Europeo; il cardinale Alvaro Ramazzini in difesa dei migranti sulle rotte dell’America Centrale: “Non sono una minaccia”, afferma il presule guatemalteco; l’intervento di don Renato Sacco, consigliere di Pax Christi sul tema degli armamenti; la due giorni di Missio Km zero a Treviso; i 60 anni della Lumen Gentium; il ricordo di Vittorina Beltrami, infermiera, una vita spesa a curare vite in Rwanda e Burundi.
Questo e altro ancora su Noticum di giugno, che puoi leggere e scaricare qui.