Il resoconto dell’iniziativa regionale di domenica 28 ottobre 2018

LORETO – “In ogni guerra la prima vittima è la verità. Non ci si improvvisa in questo mestiere. Chi non è professionista ignora il mondo della comunicazione. Comunicare non è informare. Un solo consiglio: per cercare la verità bisogna avere occhi puliti e non essere i  “disadattati” della missione”.
Sono queste le parole di Maurizio di Schino, giornalista inviato di TV2000, che all’interno dell’incontro missionario regionale del 28 ottobre a Montorso, hanno risuonato forte nella colorata e animata sala San Virgilio tra una settantina di giovani e meno giovani provenienti da varie diocesi delle Marche.
Un invito chiaro, il suo, mentre ha descritto con commozione ai presenti, le immagini dei video girati nella Repubblica centroafricana e nel Salvador, ad essere persone integre e trasparenti, che sanno vivere la missione come esperienza d’amore tra i vicini e con i lontani. Non si può essere, sottolinea con tono incisivo, missionari disadattati, ciò persone che si lasciano emozionare da vicende lontane, che si impegnano per la giustizia e l’annuncio del Vangelo, ma dimenticano l’uomo della porta accanto o chi si incontra per strada. Non saremmo cercatori credibili di verità. Parole intense che hanno segnato sicuramente l’incontro di domenica.
Un tempo di ascolto profondo e condivisione animato con abilità e maestria dall’avvolgente presenza di Antonella Mattei, in collaborazione con alcune ragazze dell’equipe missionaria di Macerata. Parole significative e coinvolgenti anche quelle di don Paolo e Martina, chiamati a raccontare l’esperienza di una Chiesa in cammino con i giovani. “Quando si cammina insieme, si prega e si canta,  nella fatica si sperimenta tutta la forza della comunione”, ci ricorda Martina. Questa la Chiesa in cui vogliamo credere, una Chiesa missionaria, che si mette dalla parte degli ultimi, non per indicare una strada di salvezza, ma per camminare cercando insieme ad ognuno quei segni del Vangelo che solo in un percorso di comunione e di accoglienza si possono riconoscere. Il pomeriggio è proseguito con i “Laboratori d’incontro”, uno spazio di condivisione tra Diocesi del senso della missione e delle varie esperienze che hanno scaldato il cuore in tutta la regione. Una ricchezza conoscersi, conoscere e scoprire che dentro tante esperienze missionarie, campi missionari di lavoro e animazione sul territorio, campi di servizio in Africa, settimane di fraternità alla Caritas, settimane di condivisione con gli immigrati in Italia, batte un unico cuore: quello di chi sente che farsi prossimo è l’unico senso della missione. E quanto più il cuore si dilata incontrando il mondo, tanto più l’amore non conosce barriere.
“Benefico il momento di preghiera finale, fraterno e bello quello conviviale. Mi sono detto: peccato che non si facciano più spesso momenti interdiocesani così…è una carta vincente”. Le parole di padre Renato, missionario scalabriniano e responsabile regionale di Migrantes, arrivano a benedire questa importante intuizione dell’equipe regionale: incontrarsi per conoscersi e riconoscersi parte di una bella chiesa missionaria.
Perché una carta sia vincente occorre continuare a giocare insieme, lasciando al vento dello Spirito la creatività della prima mossa. Alla prossima partita missionaria…

AnnaMaria Cacciamani – CMD Macerata