Lo scorso giovedì 27 Febbraio è tornato al Signore, all’età di 87 anni compiuti appena una settimana prima, Lucidio Ceci, missionario originario di Montegiorgio, ma vissuto per oltre cinquanta anni in Bangladesh, di cui gli ultimi venti in una regione particolare a statuto speciale, Bandarban, la regione collinare a sud di Chittagong, abitata da popolazioni tribali non bengalesi, in mezzo alle quali nessuno straniero avrebbe potuto risiedere a meno che non possedesse un passaporto con cittadinanza bengalese, come era appunto il suo caso.

Profondo conoscitore della cultura del suo paese di adozione, tanto da aver persino pubblicato, in lingua bengalese, almeno una ventina di testi narrativi per le scuole primarie, ha speso tutta la sua vita al servizio della formazione di maestri per la scuola elementare dei bambini del Bangladesh, convinto che la scuola fosse la prima e basilare forma di ‘umanizzazione’ per una ‘evangelizzazione’ fatta di pura testimonianza in un mondo in cui l’annuncio esplicito non sarebbe stato possibile. Lucidio ha realizzato, in maniera davvero peculiare, in tutta la sua vita, ciò che papa Francesco chiede con forza oggi alla chiesa: uscire da se stessa per andare verso le periferie della storia. Ha vissuto gli ultimi venti anni da solo in una di queste periferie tra le più dimenticate, innamorato della promozione dei diritti umani tra i più poveri dei poveri; a partire dal diritto all’istruzione scolastica per l’apprendimento della lingua nazionale delle migliaia di bambini delle popolazioni tribali delle colline di Chittagong.

Non ha fatto nulla da solo, ma ha promosso tra queste popolazioni lo spirito cooperativo, la passione per l’autosviluppo, l’amore per la propria gente, attraverso la costituzione di una associazione di maestri, la Shuktara Organization, la “Stella del mattino”, grazie alla quale selezionare, promuovere e preparare giovani maestri bengalesi delle valli, da inviare sui villaggi delle popolazioni tribali, in una sorta di volontariato interno, di passione per l’uomo come figlio di Dio qualunque fosse la religione di appartenenza, che qui è quella musulmana, indù e buddista. Ha quindi collaborato con i fratelli di queste tre grandi religioni in un profondo rispetto reciproco, testimoniando tra loro l’amore del vangelo, un amore di pura gratuità senza alcuna contropartita, neanche quella della richiesta di conversione. Ha vissuto in pieno quella forma silenziosa di annuncio che San Francesco chiedeva, nella Regola non bollata, ai suoi frati che fossero andati tra i musulmani; la stessa forma di missione vissuta da Charles De Foucauld in Algeria.

Come associazione Aloe abbiamo seguito passo passo l’attività di Lucidio, a partire dall’anno 2000, ne abbiamo promosso la conoscenza sul nostro territorio, abbiamo raccolto fondi per sostenere il suo progetto scolastico; siamo stati in contatto con lui fino all’ultimo. Abbiamo sempre avvertito il privilegio di averlo per amico e di fargli in un certo senso da retroguardia.

Lo abbiamo conosciuto grazie ad una sua lettera che ci era stata passata dal Direttore del Centro Missionario: parlava di regioni lontane e di gente ancor più sperduta, ma in particolare ci aveva colpito una citazione del poeta bengalese Rabindranath Tagore, una citazione che poi abbiamo scoperto essere stato il faro della sua vita:  “Se chiami i tuoi amici a seguirti e nessuno viene, tu parti da solo, parti senza paura”.  E Lucidio è stato questo: un uomo coraggioso, un testimone del Vangelo che non ha avuto paura di incamminarsi da solo verso la periferia della storia, e così facendo ha fatto conoscere a migliaia di bambini il senso della dignità umana, del loro essere figli di Dio.

Lucidio, nei suoi libri di racconti, ha tradotto, rileggendole attraverso le storie quotidiane delle popolazioni in mezzo alle quali è vissuto, parabole e storie prese dal Vangelo e dalla Bibbia, come pure dalla tradizione indù, buddista e musulmana. Ha trasmesso i più puri valori evangelici senza etichettarli come tali, in quanto valori profondi dell’uomo.  Per questo egli amava definire i suoi libri di racconti, “il vangelo secondo Lucidio”.