Padre Italo Scoccia comboniano, originario della Diocesi di Camerino ci aggiorna sulla Missione in Mozambico

Ai Parenti ed Amici.
Carissimi,
Pace!
Come state? È da Natale che non vi scrivo: scusatemi, perché sono stato molto trascurato. State tranquilli: grazie a Dio, godo di buona salute, dopo l’operazione di cataratta adesso vedo molto bene e per il resto non ho grandi novità da comunicarvi eccetto di un nuovo “lavoretto” che mi è stato affidato dalla Provincia Comboniana del Mozambico: guidare i due gruppi di traduzione della Bibbia dal Portoghese al Nyungwe. Per curiosità potete dare un’occhiata all’ante-progetto allegato alla presente. Si tratta di assistere due gruppetti di tre persone ciascuno, che, 4 giorni per settimana, dal martedì al venerdì, dalle 8 alle 11, si riuniscono in due sale dell’antica missione per tradurre la Bibbia nella lingua locale. Le sei persone che conformano i due gruppetti di traduttori, non sono biblisti! Hanno partecipato da molto tempo attivamente nella vita della comunità cristiana e sanno parlare bene la loro lingua. In ciascuno dei due gruppi c’è un differentemente abile, una donna e un professore in pensione. Tutti sono di una età matura, il che garantisce una certa stabilità e fedeltà d’impegno nel lungo termine (prevediamo un lavoro di cinque o sei anni o forse di più); sono gente semplice e povera: nessuno di loro vive di rendita (per questo ricevono ciascuno 2 euro giornalieri di gratificazione). Questi due gruppetti di Chitima faranno una prima traduzione, che successivamente sarà rivista e corretta da un’altra commissione di 4 persone nella città di Tete, sotto la direzione del missionario comboniano P. Manuel dos Anjos (autore della grammatica e dizionario Nyungwe). Tutti lavoriamo sotto la responsabilità del Segretariato della Missione dei Comboniani del Mozambico.

Il mio lavoro, oltre che di bidello, che apre e chiude le porte e controlla le presenze, consiste nell’aiutare i due gruppi di traduttori a lavorare insieme usando la lavagna: uno scrive d’accordo con la migliore traduzione proposta da tutti e tre gli integranti del gruppo, i quali controllano anche la scrittura. Io controllo il lavoro, gruppo per gruppo, ogni quattro o cinque versicoli, facendomi spiegare bene la corrispondenza del testo Portoghese con la traduzione Nyungwe; poi faccio una foto alla lavagna e passo all’altro gruppo alternativamente. A casa trascrivo a computer le traduzioni fotografate e le invio al gruppo di revisione di Tete per la correzione linguistica, teologica e biblica. Abbiamo cominciato il lavoro con il Cantico Dei Cantici e ora siamo alle prese con la lettera agli Ebrei. Penso alla leggendaria traduzione della Bibbia dei LXX in Alessandria d’Egitto! (Beh! Questa è tutta un’altra cosa!)

Già vi siete annoiati nel leggere queste righe, no? Ma se sapeste in che condizioni si lavora da queste parti! Per la liturgia domenicale abbiamo appena una traduzione ad uso privato, fatta da un prete di Tete. I Comboniani in passato ne fecero una nuova edizione riveduta. Ora si vuole fare una traduzione di tutta la Bibbia. Furono fatti vari tentativi procurando il coinvolgimento di tutta la diocesi, ma senza risultati. I mezzi sono poverissimi, le persone “inadeguate” come me (per la scarsa padronanza della lingua, per la difficile comprensione dei testi sacri…in una cultura molto differente), per la fatica: tanta! (in quelle aule, a tetto di zingo, infuocate dal sole africano…). Eppure la Parola di Dio per i “poveri” mi cattura il cuore, mi pare di essere risucchiato dentro il “vortice” dell’amore di Dio in dialogo con il suo popolo, un popolo sempre piccolo e insignificante… una “minoranza etnica” (appena mezzo milione di persone parlano Nyungwe, l’unico popolo della nostra regione, che ancora non ha la Bibbia nella sua lingua). La gioia e l’entusiasmo si contagiano, ci sentiamo privilegiati. Su un piano razionale possiamo prevedere che non andremo molto lontano… Ma siamo solo all’inizio, il Signore ci manderà qualche aiuto: noi ci fidiamo, crediamo contro ogni speranza… Sarà pure questo un servizio buono alla Parola!

Va bene, me la faccio finita. Vi parlo del tempo che fa. Le pioggie sono arrivate molto tardi nella nostra zona, mentre in altre zone ci sono state alluvioni. Qui abbiamo avuto la siccità e i raccolti saranno molto scarsi. I contadini hanno seminato per la seconda volta quest’anno, perché la prima volta s’è seccato tutto: mais, mapira, fagioli … tutto secco! Adesso ogni tanto piove e si riprende speranza… Noi abbiamo arato il nostro campo ma abbiamo seminato i fagioli solo in una piccola parte, che regolarmente s’è seccata. Abbiamo seminato il nostro orto, ma solo le melanzane si sono salvate dal sole estivo, dalle cavallette e dagli acari rossi. Fratel Paolo non vuole usare i pesticidi chimici e quelli naturali non li sappiamo usare bene, anche se lui è un tecnico agronomo. Pazienza! La nostra economia non dipende dal nostro orto. Tanta gente qui invece vive dei prodotti della terra e se la passa male in annate come questa (annate non certo rare). Il tempo di fare l’orto è vicino alla Pasqua; già il terreno è pronto e vedremo se potremo produrre almeno insalata e pomodori, agli e cipolle per casa. Proveremo a mettere i semi che Sandro mi ha fatto portare dall’Italia (la piantina della salvia non ha resistito neppure una settimana! Oggi seminerò alfalfa poi vi dirò…).

Dal tempo alla politica di pre-elezioni… Stiamo come in Italia: vogliamo cambiare strada, ma non sappiamo in quale direzione! Purtroppo vincono sempre gli interessi particolari contro i più deboli, gli immigranti i senza lavoro stabile ecc… Ogni volta dimostriamo più chiaramente che non siamo “cristiani”!

Le attività missionarie procedono regolarmente. Adesso stiamo facendo la settimana di formazione per catechisti a livello vicariale; qui a Chitima è già la seconda settimana di quest’anno pastorale. Poi verrà la settimana liturgica, la settimana sociale ecc… Ogni volta ci si ripropone la grande sfida dell’inculturazione del vangelo e le nostre risposte sono sempre incerte e poco condivise (vogliamo insegnare sempre e non sappiamo imparare dalla gente…). Ogni fine settimana visitiamo qualche comunità lontana dal centro e celebriamo con loro… Per me sono le occasioni più belle per ascoltare come Dio parla al suo popolo e rallegrarmi e imparare e pregare e crescere nella Fede… Così continua la missione di accompagnare, rafforzare, ampliare e moltiplicare le Piccole Comunità Cristiane (PCC).

Vorrei raccontare tanti fatti della missione, ma finisco qui. Ci lasciamo con un ricordo speciale: oggi, è il 6° anniversario della morte di mamma. Ricordatela anche voi nella preghiera. Io non posso dimenticare quel pomeriggio del 14 marzo 2012 a Pievetorina… Ricordo benissimo come mi siete stati vicino e ve ne sono eternamente grato. Vi ringrazio per avermi sempre accompagnato con affetto e mille forme di aiuto. Dio vi ricompensi. Il Cuore di Gesù e Maria vi consoli in ogni prova della vita.

Approfitto anche per farvi gli auguri di BUONA PASQUA. Come tutti gli anni, celebrerò la Settimana Santa nella seconda parrocchia, quella lontana, di Mukumbura al confine col Zimbabwe. Sicuramente sarà per me il momento più bello di tutto l’anno… Se fosse per me io resterei sempre là, ma siamo una piccola comunità e… capite perfettamente. Auguro anche a tutti voi che la Pasqua sia il momento più bello, il sole che illumini tutti i vostri giorni, tutti i vostri anni.

Restiamo uniti nel Cuore di Gesù e Maria.
Un caloroso abbraccio a ciascuno di voi e ai vostri cari.

Italo