LORETO – Aziz, musulmano, venuto da Amandola, teneva la bandiera arancione di cinque metri che apriva il corteo con un orgoglio e una fierezza che trasparivano dagli occhi. Vi era scritto «Pellegrinaggio con i migranti delle Marche. Anche noi da Maria»

Passava, così, per il corso principale di Loreto, nel pomeriggio di domenica 6 ottobre, un folto gruppo variopinto di polacchi, di nigeriani, di ucraini, di romeni, di latinoamericani, e di indiani da Jesi, Macerata, Fano, Senigallia, Ancona… A Porta Romana, la sorpresa di un incoraggiante benvenuto del sindaco Paolo Nicoletti : « Sentitevi a casa nella città della casa di Maria ! Siate a vostro agio nella nostra terra ! »

Calorose e tonificanti anche le parole di accoglienza dell’arcivescovo Fabio Dal Cin. Ma l’accoglienza più bella e straordinaria era una basilica stracolma di fedeli, perfino negli angoli più riposti delle navate, all’eucarestia delle ore 17.00. Un’assemblea attentissima e ammirata per i loro canti, i loro tamburi, le letture nella loro lingua, le bandiere di ogni colore, la loro fede , il loro coraggio di vivere. Un applauso finale ai migranti delle Marche ha salutato, in fondo, tutto questo.

Senza dire del messaggio toccante del vescovo mons. Giuseppe Orlandoni, che ricordava con commozione al cuore di ognuno dei presenti le parole stesse del Signore nel vangelo di Matteo : « Non abbiate paura ! Sì, sono io che avete accolto, in ogni straniero accolto ». All’uscita, un enorme pane benedetto di vari chili, portato dalle donne nigeriane, veniva preso d’assalto, come a Milano quella volta di manzoniana memoria. Era il pane della fraternità.
Ad ognuno veniva distribuita anche l’immagine della Vergine di Loreto, con le parole più belle di Papa Francesco nell’isola di Lesbo : « Come un’unica famiglia umana, siamo tutti migranti, viaggiatori di speranza verso di Te, che sei la nostra vera casa. Là dove ogni lacrima sarà asciugata, dove saremo nella pace, al sicuro nel tuo abbraccio ».

Un momento conviviale, festivo e gastronomico chiudeva la serata, sulle note di fisarmonica dei migliori allievi, quasi tutti undicenni, giovanissimi talenti della scuola Soprani di Castelfidardo. Splendido omaggio all’Italia di domani. Plurale e multicolore. Come un’inedita sinfonia.

Renato Zilio
Migrantes Marche