All’inizio di questo nuovo anno, nell’augurare a tutti voi un buon anno di Grazia, condividiamo gli auguri che in queste festività sono arrivate da un caro Amico, dal lontano monastero di Midelt in Marocco. Lontano da un punto di vista geografico, ma profondamente vicino e unito a noi in Cristo, il Vescovo emerito di Ascoli Piceno, Monsignor Giovanni d’Ercole ci custodisce tutti nei suoi pensieri, nelle sue preghiere, nel suo cuore.

22 DICEMBRE – Un po’ in anticipo ma nel clima del Natale ormai alle porte da questo angolo monastico trappista in Marocco oasi di silenzio e di preghiera giorno e notte, invio a voi tutti un ricordo fraterno e un cordiale augurio con comprensibile nostalgia assicurandovi un quotidiano memento al Signore. Vivere il Natale immersi totalmente nel mondo musulmano è anche questa una esperienza spirituale unica che mi aiuta a capire quanto sia ancora tanto da percepire il mistero dell’incarnazione e la realtà della Chiesa in uscita. A mezzanotte 24/25 dicembre celebreremo la veglia e la Santa Messa della nascita di Gesù tra un popolo preso anch’esso a celebrare il venerdì nell’Islam come proprio giorno di festa. Saremo nella piccola cappella del monastero una comunità di 11 cristiani (6 monaci, il sottoscritto e 4 suore) unica presenza di Chiesa in questa vasta regione di montagna. Saremo veramente Chiesa Cattolica perché provenienti da ben 9 nazioni diverse. Questa è la Chiesa in Marocco che conta circa 35/40 Mila presenze su 35milioni di abitanti. Noi abbiamo già avuto modo di visitarla e il cardinale è sempre contento se qualcuno ritorna a far visita. La Comunità cristiana é formata nella totalità da persone provenienti da altri Paesi con tradizioni e riti diversi. Chiesa quindi numericamente insignificante – come ripete il cardinale arcivescovo di Rabat- ma significativa perché annuncia il Vangelo e porta Gesù con la sola presenza e l’incontro come é avvenuto con Maria nel mistero della Visitazione. Natale sia per ognuno di voi, per le vostre comunità e famiglie che vivete questi giorni nelle difficili condizioni e restrizioni legate alla pandemia un’occasione di pace e di riappropriazione della gioia del Vangelo che nella grotta di Betlemme Dio continua a dispensare anche a noi gente di questo nostro tempo. Con affetto vi giunga il mio abbraccio e auguri
+ Giovanni D’Ercole

31 DICEMBRE – Carissimi tutti, accettate il mio augurio per il nuovo anno che affido a questa riflessione natami nell’ascolto di Dio. Si chiude un anno e si affaccia il 2021. Corre il tempo che è la moneta della nostra vita, l’unica che abbiamo e solo ciascuno di noi può decidere come impiegarla e come spenderla. Da un mese e mezzo sono in questo monastero dove scopro sempre più che il tempo è preghiera. La preghiera ritma la giornata con scadenze orarie sempre uguali in modo da diventare struttura portante della giornata e della vita. Si chiude un anno con luci e ombre, delusioni e successi, gioie e dolori. Mi sembra di percepire dai messaggi e notizie che ricevo la fatica e l’incertezza che segna la vita di tante persone che chiedono preghiere, cercano speranza per non cedere alla confusione e alla paura che cresce con il perdurare della pandemia che tutti vorremmo finisse presto ma occorre realisticamente prepararsi anche all’imprevisto e forse a complicazioni legate alla situazione che stiamo attraversando tutti nel mondo. Ho pregato tanto per ciascuno di voi e capisco sempre più che questi tempi difficili sono una ”crisi di purificazione”, un processo di purificazione e sicuramente anche di guarigione che si rende necessario. Non solo il covid19 è il problema e per questo anche se le speranze puntano sul vaccino, mi pare che come cristiani possiamo e dobbiamo preoccuparci che non manchi la vera medicina che è Gesù. Per poter vivere l’oggi di Dio nella nostra vita è necessario accettare le ambiguità della storia. Non tutto riusciamo a capire di quello che sta succedendo ma di una cosa sono certo. Impariamo a sentirci in pace anche in mezzo alla tempesta piegando le ginocchia ed anche se non siamo capaci restiamo davanti a Gesù. Vi lascio con un pensiero di Marshall Mc Luhan che ho colto in una sua lunga intervista sulla fede cattolica. Dice lui:” Non sono entrato nella Chiesa perché ho assimilato la dottrina cattolica. Ci sono entrato mettendomi in ginocchio e questo è l’unico modo per entrarci. Quando la gente comincia a pregare sente il bisogno di verità”. E poi aggiunge” la preghiera personale e la liturgia sono oggi i soli mezzi (si dovrebbe dire l’unico perché sono inseparabili) per mettersi sulla frequenza giusta per intendere (qualcosa di più che ascoltare) il Cristo e mettere in gioco tutto l’uomo”. Fate in modo che nessuno vi rubi la gioia di gustare anche la fatica di vivere e potete farlo se vi lasciate abbracciare dalla Madre di Gesù che celebriamo proprio all’alba del primo giorno del nuovo anno. Di Lei mi ha colpito molto questa bellissima e tenera espressione di uno dei monaci martiri a Tibhirine che chiama Maria “Madre del bacio crocifisso e del perdono offeso”. Se ti fermi a pensare c’è tutto quello che si può esprimere quando le parole nascono da un animo invaso dallo Spirito della contemplazione e dell’Amore. Un abbraccio a voi tutti con la sicurezza che Dio ci benedice oggi e tutti i giorni del 2021.
+ Giovanni D’Ercole