PADRE ITALO SCOCCIA (Diocesi di Camerino):
“Grazie per le preghiere e l’affetto con cui mi accompagnate”

 

Carissimi parenti e amici,
Pace! Cristo è risorto! Buona Pasqua!
Come state? In un mare di guai e di malanni tra noi e nel mondo intero… penso alle parrocchie sui monti Sibillini scossi dal terremoto, ai disastri delle alluvioni nel caro Perù o alla fame e guerra in Sud Sudan dove ho lasciato il cuore… c’è spazio per la Speranza perché Gesù Cristo non ci abbandona mai.


Quest’anno ci ha portato già molte novità. Prima di tutto la pioggia. Dopo un anno di secca e di fame abbiamo avuto una stagione di piogge abbondanti. Quest’anno ci sarà un buon raccolto e la gente si nota rianimata e contenta. Purtroppo anche in Mozambico ci sono tante zone, sulla costa dell’oceano indiano, a rischio di inondazione e tutti gli anni si ripete quello che succede in Perù, con decine di morti e migliaia di senza-tetto. Si sa, questa è Africa.
Un’altra grande grazia di Dio è stato l’armistizio. Le forze governative e l’opposizione hanno deciso di non stararsi durante due mesi, poi hanno rinnovato l’accordo e speriamo che se la finiscano di ammazzarsi tra fratelli! Non penso che sia perché sono diventati più buoni, ma solo perché glielo impone il Fondo Monetario Internazionale da cui dipendono i prestiti necessari al governo del Mozambico. Glielo impongono tutte le multinazionali, che se non trovano condizioni di sicurezza non investono in questo paese. Così è il caso dell’ENI che ha firmato un contratto plurimiliardario con il Mozambico per sfruttare il gas naturale nel nord di questo ricco territorio africano. Complimenti, cari amici! Vi scalderete con il gas che vi manderemo nei prossimi anni dal Mozambico… qui stiamo al calduccio: non abbiamo bisogno di tanto gas! Che pena che i vostri soldi andranno nelle tasche dei più ricchi di questa nazione e speriamo almeno che non ci comprino le armi per ammazzarsi tra loro!
Anche nella Chiesa ci sono cambi: il nostro vescovo Inacio Saùre è stato nominato arcivescovo di Nampula, nel Nord, mentre noi restiamo con un Amministeatore Apostolico; i Comboniani abbiamo come Provinciale l’ex-superiore della nostra comunità di Chitima, il p. Constantino e con lui la prossima settimana faremo l’Assemblea provinciale di programmazione sessennale… Per quello che mi riguarda, sono rimasto solo durante più di quattro mesi. Solo come prete, ma in realtà sempre ho avuto gente in casa. In gennaio e febbraio sono venuti due novizi per fare esperienza di comunità missionaria qui a Chitima: Gabriel e Nelson, due giovani entusiasti della loro vocazione e pieni di allegria e generosità. Dovevate vederli nelle riunioni con i giovani tutti attorno a loro e nell’animazione delle messe o delle altre attività pastorali. Per me e per fratel Pablo sono stati una benedizione di Dio. Pablo li ha anche messi a lavorare nel campo. Insieme abbiamo seminato fagioli, amenduin (noccioline amaricane), gergerin (sesamo) ed altro… Dio li conservi con questo entusiasmo giovanile missionario!
Io, grazie a Dio, ho sempre goduto di buona salute. Ancora non so che cosa è la malaria, ma mi si è aggravato il problema delle cataratte degli occhi. Vorrei operarmi qui, ma il provinciale non ne vuole sapere e praticamente mi obbliga a tornare in Italia per farmi l’operazione agli occhi. Questa situazione mi fa toccare con mano che non sono padrone di nulla, neanche dei miei occhi! Grazie a Dio! Perché forse me li darei via… Il colmo è che con i miei limiti, mi hanno nominato economo della comunità a partire da maggio, io che non ho nessun buon rapporto con il denaro: sono “fritto”! Pazienza con le scartoffie nella funzione di segretario! Ma ora anche con i numeri …
Non voglio lamentarmi: nella Settimana Santa è arrivato il nuovo superiore, Padre Crespim, che mi aiuterà. È lui il nuovo parroco di Chitima. Ha 40 anni ed è mozambicano di Beira, della stessa parrocchia del P. Constantino e penso che gli assomiglia molto (non tanto fisicamente)… Beh! L’importante è che c’è il parroco. Qui da noi chi non ha una carica ufficiale non conta nulla (come nel mio caso che non sono neppure vicesacrestano! … ridete un po’ per favore.). Il fratel Pablo andrà in Spagna per visitare i suoi genitori e si fermerà là per tre mesi. Io aspetterò il suo ritorno, poi il 2 settembre farò di nuovo i Voti temporanei per un altro anno e subito dopo dovrei tornare in italia per questa benedetta operazione delle cataratte. Là ci rivedremo se Dio vuole.
Si perché adesso ci vedremmo poco: vi riconoscerei solo a distanza di due o tre metri. Sto facendo una esperienza speciale con questa vista! Nella nostra parrocchia abbiamo vari casi di ciechi che con la Legione di Maria e con la Caritas cerchiamo di aiutare. Il signor Galisani è uno di loro; viene dal villaggio di Candodo a un cinque km da qui. Lui è l’unico cattolico rimasto fedele in quella sua antica comunità; gli altri fedeli si sono dispersi in molte altre chiese o sette protestanti… Lui tutti i sabati si mette in cammino con la sua borsa in spalla e il suo bastone cercando sempre qualchuno che lo faccia salire su un carro o una moto o un camion che viene a Chitima. Tutti lo conoscono e lo aiutano perché è un uomo buono che sempre sorride e sempre ringrazia… In un modo o nell’altro arriva alla missione e noi gli diamo vitto e alloggio fino al giorno dopo quando lo accompagnamo in chiesa. Dopo la messa normalmenta qualcuno lo accompagna fino a metterlo sulla strada del ritorno. Qualche volta Galisani resta seduto ad aspettare e nessuno arriva, allora terminati gli incontri vari, che si realizzano alla fine della messa, sul far delmezzogiorno io l’accompagno… un cieco che guida un altro cieco! Ad ogni modo arriviamo a casa, mi metto i sandali di gomma, quelli fatti di copertoni di ruote d’auto, prendo il bastone del cieco a un estremo e lui all’altro estremo dietro a me e ci incamminiamo; scendiamo sulla riva del fiume Sanangue e, corciati su i pantaloni, attraversiamo dove l’acqua è meno profonda… Risaliamo e su sentieri tra casette e capanne, bancarelle e case di culto… e latrine… arriviamo alla scuola detta “dos 3 empondeiros” (=dei tre Baobab). Dentro il recinto ci sediamo su una scala e riposiamo un po’ conversando a stento con le quattro parole in nyungwe che ho imparato. Lì Galisani aspetterà un familiare che lo accompagni a comodo suo fino a Candodo. Questo cristiano vive tutta la settimana in attesa della messa domenicale! E così per tutta la vita. Mi saluta ringraziando con un grande sorriso e battendo festosamente le mani… Io penso, voltando a casa, che questo cieco ci vede molto meglio di tanta gente che crede di vedere e saper tutto…
Pensavo di darvi più notizie ma abbiamo varie cose da fare prima di partire per l’Assemblea. Anche questa sarà un’avventura! Quasi millecinquecento km su queste strade…da qui a Nampula e altrettanti per ritornare! Beh, Statemi bene. Ringrazio e ricambio gli auguri che ho ricevuto da tanti di voi. Grazie per le preghiere e l’affetto con cui mi accompagnate. Io pure vi ricordo sempre anche se vi faccio aspettare troppo le mie notizie.
Ricevete un caloroso abbraccio. Sempre uniti nel Cuore di Gesù e di Maria.

Italo mccj.
19.04.2017