È stato bello ascoltare le testimonianze delle persone che dalla nostra diocesi sono in missione. È stato il pensiero e il commento comune tra i partecipanti alla veglia missionaria diocesana nella chiesa Santa Maria di Moie, sabato 19 ottobre. Organizzata dall’ufficio missionario diocesano, guidato dal diacono Emilio Capogrossi, e dalla parrocchia di Moie, è stata l’occasione per dedicare un pensiero a tutti i missionari e missionarie della diocesi, per ricordare chi tra di loro ha concluso la sua vita, per pregare per il loro servizio, per condividere un momento di fraternità portando a casa un dono simbolico. A ogni partecipante sono stati offerti oggetti che abbiamo a portata di mano e che spesso non valorizziamo o sprechiamo: due giornali diocesani di altre città italiane che seguono la vita dei missionari e missionarie in ogni parte del mondo e una saponetta confezionata con i ritagli di stoffa. Sono state lette le testimonianze arrivate da don Luigi Carrescia dal Brasile, dalle saveriane sr Emanuela e sr Rosanna Bucci, dai saveriani don Mauro Mollaretti dal Giappone e padre Angelo Cappannini dall’Indonesia. Padre Francesco Pettinelli e Edda Guerro hanno raccontato delle adozioni a distanza nelle missioni estere dei Cappuccini delle Marche e Maela Zenobi ha condiviso l’opera dell’associazione Il Battito che unisce a favore delle ragazze di Mapinga, nel campus delle Suore Missionarie di Santa Teresa del Bambin Gesù in Tanzania.

Vescovo don Gerardo

Il vescovo mons. Gerardo Rocconi ha apprezzato le testimonianze della veglia e ha commentato il messaggio del santo Padre per la Giornata missionaria mondiale di quest’anno. “Perché in tante occasioni la missione sembra non portare frutto? – ha detto il Vescovo – Anche la nostra Italia è terra di missione, la gente che partecipa alla vita della Chiesa è una piccola percentuale ma tutti hanno diritto di ricevere l’annuncio che Gesù è la salvezza. Il senso della vita è nel saper amare, lì è la vera gioia ed i missionari e le missionarie lo dimostrano ogni giorno: a loro esprimiamo la nostra vicinanza e il ringraziamento per il servizio di evangelizzazione e di vicinanza agli ultimi”.

Don Luigi Carrescia

Nel suo messaggio, don Luigi Carrescia ha fatto riferimento al compito missionario di ciascun cristiano ed ha ricordato il dono della vita di alcuni missionari e l’anelito per le missioni di don Aldo Anderlucci. «Ogni luogo di vita è terra di missione, tanto nella Vallesina, come nei piccoli paesi che la compongono, ma vedere che la Chiesa jesina pur nella sua piccolezza, continua la sua missione fuori dai suoi confini con alcuni ‘inviati’: giovani laici/laiche, religiosi/e e sacerdoti in vari parti del mondo, ci fa sentire tutti membri di una chiesa viva, in cammino. Durante il mese di ottobre incontri di riflessione e di preghiera si svolgono nelle comunità della nostra Parrocchia con sussidi appropriati proposti dal settore Missionario della Conferenza Episcopale Brasiliana e l’equipe missionaria permanente della nostra Parrocchia continua visitando le famiglie, aiutata anche dal gruppo ‘Gioventú Missionaria’, più per ascoltare che per parlare perché l’annuncio è fatto anche nel paziente ascolto di chi aspetta che qualcuno gli dia attenzione e gli dica una parola di speranza. Ma non possiamo delegare la missione a piccoli gruppi, la testimonianza e il servizio della carità sono propri di ogni battezzato. Che l’esempio di grandi figure come Pe. Francesco Carloni e Pe. Savio Corinaldesi qui in Brasile o Padre Matteo Pettinari in Costa D’Avorio, lo stesso don Aldo lí a Moje che ricordo volentieri, ma anche di tanti laici che hanno speso la vita per il Vangelo, ci siano di esempio per vivere con un rinnovato entusiasmo la nostra missione. In comunione nel ricordo e nella preghiera, un cordialissimo saluto e un abbraccio al Vescovo Gerardo, a don Igor e a tutti voi! Buon mese missionário!»

 

Testimonianza di Edda Guerro

«Un caffè di meno e un sorriso di un bambino in più»: lo slogan che la signora Edda Guerro aveva scritto in un cartello nel suo bar per promuovere le adozioni a distanza in Etiopia. Con emozione, Edda ha ricordato l’origine del suo impegno per le missioni, 38 anni fa, con i suoi parenti e amici e quando lavorava al Bar dello Sport a Moie. Dall’idea di scrivere quello slogan al bar, si è sviluppata una grande attività missionaria, con mercatini, raccolte in spettacoli teatrali, incontri con classi e gruppi di catechismo fino ad arrivare a settecento adozioni a distanza. Negli ultimi anni il numero delle adozioni è diminuito, ma sono comunque cento quelle che fanno riferimento all’impegno della signora Edda che non è mai venuto meno. «Le adozioni hanno dato a tutti tanta gioia e tanto amore – ha detto emozionata – sono stati anni bellissimi di progetti e di incontri con persone che hanno desiderato, con questo gesto, regalare un sorriso e un po’ di bene ai più piccoli dell’Etiopia e del Benin». Padre Francesco Pettinelli, segretario delle Missioni Estere dei Cappuccini delle Marche, ha aggiornato sulle adozioni a distanza: attualmente sono 400 di cui cento sono di famiglie della Vallesina e permettono di sostenere il minore e tutta la sua famiglia. Padre Pettinelli, di ritorno da un viaggio in Etiopia e in Benin, dove ha visitato le famiglie seguite e i religiosi cappuccini, ha ringraziato per l’affetto e il sostegno che riceve dalla diocesi, ha spiegato il funzionamento dell’asilo per bambini e bambine di madri carcerate realizzato con le raccolte fondi a Moie e ha chiesto di continuare a sostenere l’opera missionaria dei Cappuccini delle Marche, che cercano di portare aiuto e speranza.

Associazione Il battito che unisce

La signora Maela Zenobi, volontaria dell’associazione Il battito che unisce, di ritorno dal viaggio in Tanzania, ha condiviso l’emozione di vedere sia la cerimonia per il conseguimento del diploma delle ragazze al campus scolastico di Mapinga sia le costruzioni  del campus sia l’organizzazione e la gestione dello stesso. Il progetto è iniziato gradatamente e ha raggiunto il cuore di tante persone che in modi diversi hanno offerto il loro aiuto per raccogliere i fondi necessari alla costruzione del campus scolastico nella missione delle Suore carmelitane missionarie di santa Teresa del Bambin Gesù. L’associazione Il battito che unisce è riuscita a organizzare, dal 2008, una serie di eventi e iniziative che hanno portato a realizzare diverse costruzioni del campus dove le studentesse possono vivere durante l’anno scolastico e studiare, oltre che acquisire tante competenze per la gestione della casa, della persona, della famiglia, dell’educazione e del rispetto sociale. Ora “il lavoro” dei volontari dell’associazione è proteso al completamento del quarto piano, di 1000 mq, dell’edificio scolastico che dovrà essere funzionante anche per proseguire gli studi di altri due anni prima dell’accesso universitario.
Testimonianza di padre Mauro Mollaretti

Sono Mauro Mollaretti, missionario Saveriano (di quelli che erano a Poggio San Marcello), e mi trovo a lavorare in Giappone da 64 anni. Ho lavorato sempre nelle chiese e, anzi ne ho aperta anche una nuova. Adesso che ho 90 anni, i superiori mi hanno chiamato qui, nella nostra casa regionale, nel “parcheggio”, pronto per volare alla prossima chiamata di nostro Signore. Qui sfrutto  la mia attività artistica per fare quadri, vetrate e rilievi per abbellire le nostre povere e semplici chiesette, in maniera che le persone non cristiane che vi entrano nel caso di matrimoni o funerali degli amici cristiani, possano essere invogliati e attirati a ritornarvi.

Desidero creare quell’atmosfera sacra e arcana che invoglia a ritornare ancora. Difatti, due anni fa ho fatto delle vetrate per una nuova chiesa e so che una persona che abita in un altro paese, ogni settimana va in questa chiesa a pregare davanti alla vetrata della Trinità che ho fatto.

Questa è la mia attività missionaria attuale. Tra altre cose, insegno anche pittura a olio da 45 anni a un gruppo, tutti non cristiani, sperando sempre  di “pescarli” con l’amicizia.

Sono molto contento dell’attività missionaria della diocesi di Jesi e penso che Dio vi benedirà abbondantemente.

Vi saluto tanto e ringrazio.

Testimonianza di padre Angelo Cappannini

Il Papa Francesco, nella recente visita apostolica in Indonesia e nel messaggio per la giornata Missionaria ci ricorda: “Ancora oggi, in un mondo lacerato da divisioni e conflitti, il Vangelo di Cristo è la voce mite e forte che chiama gli uomini a incontrarsi, e a riconoscersi fratelli e a gioire dell’armonia tra le diversità. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità”. Ogni uomo e ogni donna è destinatario dell’invito di Dio a partecipare alla sua grazia che trasforma e salva. La missione per tutti richiede l’impegno di tutti”. Grazie a tutti coloro che pregano per i missionari. Sono contento di aver trascorso quasi 50 anni in questa grande nazione indonesiana collaborando in due parrocchie e poi nella formazione dei giovani seminaristi saveriani. Sono arrivato in Indonesia l’8 gennaio 1975. Saluti a tutti. Sempre uniti nel Signore.

Testimonianza di sr Rosanna Bucci e sr Emanuela Bucci

Come figlie della Chiesa jesina, Emanuela e Rosanna ci uniamo a mons. Gerardo e a tutti voi in questa veglia missionaria diocesana. Siamo riconoscenti alla diocesi di Jesi e a questa unità parrocchiale di Moie e di Maiolati Spontini che da anni ci sostiene anche tramite il ricavato dei mercatini organizzati da Davina Spinaci e collaboratori.

Emanuela quest’anno ha celebrato il suo 40mo anniversario di consacrazione missionaria religiosa. È stata missionaria negli Stati Uniti e ora svolge la sua missione a Parma nel servizio che le è stato affidato alla Procura Missioni.

Rosanna, missionaria in Repubblica Democratica del Congo, ha svolto diversi servizi nell’ambito sanitario e in un centro per persone con disabilità. Quest’anno è dovuta rientrare in Italia per l’assistenza alla mamma, continua però on line alcune attività per la Delegazione in Congo e altri servizi alla casa Madre a Parma.

Il 18 agosto di quest’anno come Famiglia Saveriana, proprio nella diocesi di Uvira, sono stati proclamati beati tre saveriani – Vittorio Faccin, Luigi Carrara, Giovanni Didonè – e un sacerdote congolese, Albert Joubert, che avevano scelto di restare con la gente malgrado il pericolo della guerra e sono stati uccisi dai ribelli nel 1964; e lo scorso 7 e 8 settembre abbiamo ricordato il decimo anniversario dell’uccisione, cinquant’anni dopo, in Burundi, delle nostre tre sorelle Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian. (…) Chiediamo a Vittorio, Luigi, Giovanni, Albert, Olga, Lucia, Bernardetta, come nostri amici, di intercedere per noi il dono dello Spirito, che risvegli il senso della gioiosa urgenza di condividere nel quotidiano con tutti, principalmente con gli ultimi, la gioia dell’invito al banchetto. C’è troppa fame di gioia, di speranza, di senso; troppa fame di cibo e dignità negli uni e troppa ubriacatura in ciò che non sazia negli altri. Che nessuna Eucarestia ci veda tornati a casa indifferenti. Che tutti possiamo insieme entrare con gioia al banchetto!             

Il diacono Emilio Capogrossi, direttore dell’ufficio missionario diocesano, ha ringraziato il vescovo don Gerardo, il parroco don Igor Fregonese, padre Francesco Pettinelli e tutti i partecipanti che sia con la presenza sia con le testimonianze hanno permesso di vivere al meglio la veglia, offrendo riflessioni e punti di vista diversi.