“Poveri. Noi?” – Diocesi di Macerata

Al via il percorso formativo missionario della Diocesi di Macerata

 

Finalità
• costruire un percorso di animazione e formazione missionaria che accompagni, soprattutto giovani, a maturare la scelta di vivere un’esperienza missionaria estiva di servizio e condivisione, sia in Italia che all’estero, attraverso le proposte delle associazioni e i gruppi missionari della Diocesi.
• realizzare una proposta permanente che ogni anno offra uno spazio di formazione, riflessione e preghiera sui temi della missione (giustizia, uguaglianza, annuncio, ecc…)
• favorire la conoscenza di iniziative di servizio e sensibilità missionaria presenti sul territorio

Percorso formativo missionario diocesano
Un tempo per capire, scoprire e decidere la propria missione. All’interno del cammino si presentano le proposte delle esperienze missionarie estive, sia in Italia, sia all’estero.

Incontro di presentazione: sabato 19 gennaio, dalle 17 alle 19, presso la Parrocchia di Santa Croce.

Target
Ragazzi e giovani dai 17 anni in su. Per le esperienze all’estero è necessario essere maggiorenni. Percorso aperto a tutti, anche a chi pur non partendo, è interessato ad un percorso di formazione.

Il percorso: Poveri. Noi? “Dentro e oltre la povertà”
Gli incontri della durata di 2h si svolgeranno nei locali della Parrocchia di Santa Croce e in quelli del Convento dei Cappuccini di Recanati, il sabato dalle 17 alle 19.

• 9 febbraio: Chi siamo? Un viaggio tra le nostre povertà.
Interviene il prof. Massimiliano Colombi, docente di sociologia presso il Polo teologico Marchigiano.
• 9 marzo: Quali vie per essere meno poveri? Il potere della corretta informazione.
Interviene Vincenzo Varagona, giornalista del tg3.
• 23 marzo: Perché partire? Allargare gli orizzonti per vincere la povertà.
Interviene suor Elisa Carta, suora missionaria francescana.
• 6 aprile: Chi incontriamo? La povertà nel mondo: cause visibili e cause nascoste.
Interviene Don Mario Moriconi responsabile del CVM.
• 18-19 maggio weekend ad Avenale: Come avviene un incontro vero? Le risorse della relazione.
In collaborazione con l’Associazione “Qui ed ora” di Osimo.
• 15 giugno: celebrazione del mandato missionario diocesano presso la Chiesa del Sacro Cuore.
Seguiranno incontri specifici legati alle diverse esperienze estive

Si chiede
• di frequentare tutto il percorso, pensato in modo unitario e come un’esperienza di gruppo: la fedeltà agli appuntamenti è una peculiarità
• per chi desidera partire, soprattutto per l’esperienza all’estero, è necessario decidere entro il mese di febbraio

 

Info: per chiarimenti e informazioni contattare
• Don Alberto: 333.1471791 o d.forconi@tiscali.it
• Annamaria: 320.2793740 o annamariacacciamani@gmail.com
• missioni@diocesimacerata.it

“L’incontro regionale ?! …una carta vincente per la missione della Chiesa!”

Il resoconto dell’iniziativa regionale di domenica 28 ottobre 2018

LORETO – “In ogni guerra la prima vittima è la verità. Non ci si improvvisa in questo mestiere. Chi non è professionista ignora il mondo della comunicazione. Comunicare non è informare. Un solo consiglio: per cercare la verità bisogna avere occhi puliti e non essere i  “disadattati” della missione”.
Sono queste le parole di Maurizio di Schino, giornalista inviato di TV2000, che all’interno dell’incontro missionario regionale del 28 ottobre a Montorso, hanno risuonato forte nella colorata e animata sala San Virgilio tra una settantina di giovani e meno giovani provenienti da varie diocesi delle Marche.
Un invito chiaro, il suo, mentre ha descritto con commozione ai presenti, le immagini dei video girati nella Repubblica centroafricana e nel Salvador, ad essere persone integre e trasparenti, che sanno vivere la missione come esperienza d’amore tra i vicini e con i lontani. Non si può essere, sottolinea con tono incisivo, missionari disadattati, ciò persone che si lasciano emozionare da vicende lontane, che si impegnano per la giustizia e l’annuncio del Vangelo, ma dimenticano l’uomo della porta accanto o chi si incontra per strada. Non saremmo cercatori credibili di verità. Parole intense che hanno segnato sicuramente l’incontro di domenica.
Un tempo di ascolto profondo e condivisione animato con abilità e maestria dall’avvolgente presenza di Antonella Mattei, in collaborazione con alcune ragazze dell’equipe missionaria di Macerata. Parole significative e coinvolgenti anche quelle di don Paolo e Martina, chiamati a raccontare l’esperienza di una Chiesa in cammino con i giovani. “Quando si cammina insieme, si prega e si canta,  nella fatica si sperimenta tutta la forza della comunione”, ci ricorda Martina. Questa la Chiesa in cui vogliamo credere, una Chiesa missionaria, che si mette dalla parte degli ultimi, non per indicare una strada di salvezza, ma per camminare cercando insieme ad ognuno quei segni del Vangelo che solo in un percorso di comunione e di accoglienza si possono riconoscere. Il pomeriggio è proseguito con i “Laboratori d’incontro”, uno spazio di condivisione tra Diocesi del senso della missione e delle varie esperienze che hanno scaldato il cuore in tutta la regione. Una ricchezza conoscersi, conoscere e scoprire che dentro tante esperienze missionarie, campi missionari di lavoro e animazione sul territorio, campi di servizio in Africa, settimane di fraternità alla Caritas, settimane di condivisione con gli immigrati in Italia, batte un unico cuore: quello di chi sente che farsi prossimo è l’unico senso della missione. E quanto più il cuore si dilata incontrando il mondo, tanto più l’amore non conosce barriere.
“Benefico il momento di preghiera finale, fraterno e bello quello conviviale. Mi sono detto: peccato che non si facciano più spesso momenti interdiocesani così…è una carta vincente”. Le parole di padre Renato, missionario scalabriniano e responsabile regionale di Migrantes, arrivano a benedire questa importante intuizione dell’equipe regionale: incontrarsi per conoscersi e riconoscersi parte di una bella chiesa missionaria.
Perché una carta sia vincente occorre continuare a giocare insieme, lasciando al vento dello Spirito la creatività della prima mossa. Alla prossima partita missionaria…

AnnaMaria Cacciamani – CMD Macerata

“Giovani per il Vangelo” – Diocesi di Macerata

Veglia Diocesana Missionaria 2018 a Tolentino

Il 19 ottobre alle ore 21.15 presso la Parrocchia dello Spirito Santo a Tolentino si è svolta la veglia missionaria 2018. Una ricca e partecipata serata di preghiera, di ascolto, di pregiata animazione musicale, in una terra provata dalle fatiche del terremoto. Un tempo per mettersi in ascolto di quell’unica Parola che dona vita e di alcune parole che traducono la capacità di giovani vite di accettare la sfida e vivere fino in fondo la propria missione.

Attraverso i racconti di Antonio, Sofia, Elisa, Fabio e Samuele, abbiamo ascoltato la forza di piccoli e grandi sì che nutrono la speranza di un’esistenza vissuta con coraggio e fiducia. Se ” Io sono una missione”, come ci ricorda Papa Francesco, significa che non sono in questo mondo per me, ma per servire la vita che mi è stata donata. Non sono in questa terra per scoprire come posso realizzarmi, nè per trovare un lavoro, una casa, un posto, ma per restituire ad ogni persona che incontro una buona notizia, per portare il Vangelo. Non sono chiamato a fare qualcosa, ma ad essere per qualcuno e con qualcuno. Essere missione ogni giorno non è dunque un invito per alcuni, pochi, non è una possibilità tra le tante, ma è attrazione di vita per tutti, è vivere in pienezza il proprio battesimo, il proprio essere figli di un unico Dio, in quella parte di terra che ci è stata donata per questo. Per questo la veglia è terminata con il mandato ai tanti giovani presenti e l’invito del vescovo Nazzareno Marconi ad essere espressione della presenza amorevole di Cristo e della missione per cui la Chiesa sceglie ognuno di loro. “Siate pronti a vivere senza timore e senza orgoglio, con il coraggio e la gioiosa audacia degli apostoli di Gesù.

AnnaMaria Cacciamani – CMD Macerata

Un pellegrinaggio mariano dai mille colori

Pellegrinaggio marchigiano dei migranti: “Anche noi da Maria”!

LORETO – Domenica 23 settembre. La lunga bandiera arancione di ben cinque metri avanzava lentamente, stesa da una parte all’altra del Corso e portata da Tam e Thuc, due giovani vietnamiti. Dietro un popolo variopinto di nigeriani, indiani, ucraini, latinoamericani… vestiti a festa con costumi e bandiere. «Pellegrinaggio marchigiano dei migranti. Anche noi da Maria!» stava scritto a grandi caratteri sul lunghissimo drappo, che apriva il corteo di circa 300 pellegrini. Portavano con orgoglio la loro fede. Ma anche la loro identità, la loro originalità di uomini e donne venuti da altri orizzonti. Per vivere nelle nostre Marche e… farle vivere.
Il vescovo emerito di Senigallia, Giuseppe Orlandoni, accompagnava con compiacenza questo pellegrinaggio multicolore. Segno concreto di una Chiesa, popolo in cammino verso la nuova terra promessa. Sì, la fratellanza tra uomini, culture e lingue differenti. Commovente il loro passaggio nella santa Casa. Per chiedere con tutto il cuore alla Vergine di sentirsi anche loro a casa. Là dove il destino li ha portati, come il vento per le sementi di una pianta. In un clima di incertezze, di difficoltà di vivere, di intolleranza diffusa, questo pellegrinaggio è un’enorme boccata di ossigeno. Per ricordare, poi, nella celebrazione, tra canti e letture nelle loro stesse lingue, quanto Maria incoraggia il loro camminare, il loro « andare avanti ». La loro vita è una lotta e una danza, allo stesso tempo, qualcosa di duro e di grande, che apre la mente e il cuore. A loro. E a chi sa incontrarli. Suggestiva la processione dei bambini accompagnati dai genitori per ricevere la benedizione del Vescovo. Piccoli volti dai tratti somatici di ogni continente, che saranno l’Italia di domani.
Un momento fraterno e conviviale, infine, a Villa Scalabrini non poteva mancare, tra cibi orientali, latinoamericani e il buon vino marchigiano. Quasi un simbolo, a tavola, della società che sogniamo e che vogliamo costruire insieme. Sotto lo sguardo di Maria.

“Cercate la verità…i segni del Vangelo intorno a noi” 

INCONTRO REGIONALE MISSIONARIO
DOMENICA 28 OTTOBRE A LORETO

LORETO – “Che cos’è la verità?”, disse Pilato a Gesù e non aspettò la risposta. La sua rimane una domanda che continua a serpeggiare nell’umanità. Molti appunto l’accantonano, altri le riservano risposte sbrigative, altri sono scettici sulla possibilità di una risposta. Noi oggi vogliamo ripartire da qui con tutti coloro che desiderano scoprire il volto autentico della verità. E a costoro con il grande poeta tedesco Goethe indichiamo una via semplice: “come Dio si svela mediante i suoi segni ed epifanie, così accade per la verità.” Ci vogliono, quindi, occhi limpidi e vigili, capaci di identificare le tracce che il vero dissemina nell’essere e nell’esistere, nello spazio e nella storia. Bisogna, tuttavia, essere molto discreti e attenti nel procedere in questo itinerario di ricerca. D’Annunzio diceva che «il falso e il vero son le foglie alterne d’un ramoscello», ed è necessaria molta cura per discernerle.

È per questo che nel Vangelo di Giovanni lo Spirito Santo è detto «Spirito di verità» che svela la profonda e inconcussa verità che libera e salva. A questa verità, a questi piccoli germogli di verità che attraversano le nostre terre vogliamo dare voce con l’incontro che si terrà, al Centro Giovanni Paolo II a Montorso di Loreto, domenica 28 ottobre 2018 dalle 15.00 alle 19.30.

Uno spazio di condivisione, di ricerca, di ascolto, rivolto a tutti ma in particolare a tutti i giovani delle Marche. L’incontro regionale riprende, infatti, chiaramente il tema “Giovani per il Vangelo”  attorno al quale ruota l’animazione missionaria del prossimo ottobre missionario. Papa Francesco ripete più volte: “la fede resta sempre giovane quando ci si apre alla missione”. La fede si rinvigorisce se la viviamo da protagonisti: la missione non è questione anagrafica, “ma è un cuore aperto al mondo capace di amare e di essere amato, testimoniando i valori del Regno”. E’ importante quindi che vi siano uomini e donne capaci di annunciare la buona notizia nelle periferie geografiche e esistenziali. Chi è quindi il missionario? E’ sicuramente chi non smette di aprire il cuore alla ricerca dei segni della buona notizia in ogni angolo della terra. E’ colui che ha un cuore dilatato sul mondo, capace di abbracciare le istanze dei poveri nei bassifondi della storia, per essere sale della terra, luce del mondo e fermento di una nuova umanità. Il missionario è allora un cuore giovane che trasforma la domanda di verità che sente in occhi attenti e in passi concreti verso l’altro. Cerchiamo e la verità e insieme annunciamola al mondo. Ci vediamo il 28 ottobre a Montorso.

Richiesta per le Diocesi:

  • 25 foto o un video di 4 minuti, sull’esperienza missionaria estiva di questo anno o di un anno particolarmente significativo
    (inviare a  annamariacacciamani@gmail.com entro il 30 settembre prossimo)

Anche i CMD marchigiani alla 16esima edizione delle Giornate Nazionali di Spiritualità e Formazione Missionaria

Per costruire la fraternità il filo rosso è la Parola di Dio

ASSISI – Nella splendida città di Assisi, accanto alla Basilica papale di Santa Maria degli Angeli, si sono celebrate delle stupende giornate. Intense ma piene di spiritualità missionaria.

Nella prima giornata c’è stata la presentazione dei lavori, subito dopo la celebrazione della santa Messa, presieduta dall’Arcivescovo di Assisi.

Nella seconda giornata i giovani che hanno partecipato al CO.MI.GI ci hanno dato tante notizie e suggerimenti per guardare al futuro. Dopo pranzo ci siamo confrontati sul futuro del Cristianesimo. Don Gianni Criveller ci illustrato la situazione del cristianesimo in Cina.

Nella terza giornata abbiamo visto dei video dal CO.MI.GI., e affrontato i problemi delle Comunità Missionarie Laiche. Segue una tavola rotonda con il tema: “Quali passi per una Evangelizzazione Giovane? (Speranze e timori, progetti e attenzioni da avere dalle esperienze giovanili di missione)”.
Nel pomeriggio laboratori biblici con l’ introduzione alla condivisione biblica di un giovane.

Terza ed ultima giornata conclusioni con la lectio, racconti video dal CO.MI.Gi, spunti sintetici a cura delle moderatrici e conclusione del Direttore di Missio Italia, don Michele Autuoro, che con questa Edizione potrebbe lasciare l’ incarico.

                                                                                    Giuliano Pucci
CMD Ancona

Giornate nazionali di Assisi: per costruire fraternità il filo rosso è la Parola di Dio

Nella foto il gruppo del CMD di Senigallia:

Insieme ai giovani, portiamo il Vangelo a tutti!

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2018

Insieme ai giovani, portiamo il Vangelo a tutti

Cari giovani, insieme a voi desidero riflettere sulla missione che Gesù ci ha affidato. Rivolgendomi a voi intendo includere tutti i cristiani, che vivono nella Chiesa l’avventura della loro esistenza come figli di Dio. Ciò che mi spinge a parlare a tutti, dialogando con voi, è la certezza che la fede cristiana resta sempre giovane quando si apre alla missione che Cristo ci consegna. «La missione rinvigorisce la fede» (Lett. enc. Redemptoris missio, 2), scriveva san Giovanni Paolo II, un Papa che tanto amava i giovani e a loro si è molto dedicato.

L’occasione del Sinodo che celebreremo a Roma nel prossimo mese di ottobre, mese missionario, ci offre l’opportunità di comprendere meglio, alla luce della fede, ciò che il Signore Gesù vuole dire a voi giovani e, attraverso di voi, alle comunità cristiane.

La vita è una missione

Ogni uomo e donna è una missione, e questa è la ragione per cui si trova a vivere sulla terra. Essere attratti ed essere inviati sono i due movimenti che il nostro cuore, soprattutto quando è giovane in età, sente come forze interiori dell’amore che promettono futuro e spingono in avanti la nostra esistenza. Nessuno come i giovani sente quanto la vita irrompa e attragga. Vivere con gioia la propria responsabilità per il mondo è una grande sfida. Conosco bene le luci e le ombre dell’essere giovani, e se penso alla mia giovinezza e alla mia famiglia, ricordo l’intensità della speranza per un futuro migliore. Il fatto di trovarci in questo mondo non per nostra decisione, ci fa intuire che c’è un’iniziativa che ci precede e ci fa esistere. Ognuno di noi è chiamato a riflettere su questa realtà: «Io sono una missione in questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 273).

Vi annunciamo Gesù Cristo

La Chiesa, annunciando ciò che ha gratuitamente ricevuto (cfr Mt 10,8; At3,6), può condividere con voi giovani la via e la verità che conducono al senso del vivere su questa terra. Gesù Cristo, morto e risorto per noi, si offre alla nostra libertà e la provoca a cercare, scoprire e annunciare questo senso vero e pieno. Cari giovani, non abbiate paura di Cristo e della sua Chiesa! In essi si trova il tesoro che riempie di gioia la vita. Ve lo dico per esperienza: grazie alla fede ho trovato il fondamento dei miei sogni e la forza di realizzarli. Ho visto molte sofferenze, molte povertà sfigurare i volti di tanti fratelli e sorelle. Eppure, per chi sta con Gesù, il male è provocazione ad amare sempre di più. Molti uomini e donne, molti giovani hanno generosamente donato sé stessi, a volte fino al martirio, per amore del Vangelo a servizio dei fratelli. Dalla croce di Gesù impariamo la logica divina dell’offerta di noi stessi (cfr 1 Cor 1,17-25) come annuncio del Vangelo per la vita del mondo (cfr Gv 3,16). Essere infiammati dall’amore di Cristo consuma chi arde e fa crescere, illumina e riscalda chi si ama (cfr 2 Cor 5,14). Alla scuola dei santi, che ci aprono agli orizzonti vasti di Dio, vi invito a domandarvi in ogni circostanza: «Che cosa farebbe Cristo al mio posto?».

Trasmettere la fede fino agli estremi confini della terra

Anche voi, giovani, per il Battesimo siete membra vive della Chiesa, e insieme abbiamo la missione di portare il Vangelo a tutti. Voi state sbocciando alla vita. Crescere nella grazia della fede a noi trasmessa dai Sacramenti della Chiesa ci coinvolge in un flusso di generazioni di testimoni, dove la saggezza di chi ha esperienza diventa testimonianza e incoraggiamento per chi si apre al futuro. E la novità dei giovani diventa, a sua volta, sostegno e speranza per chi è vicino alla meta del suo cammino. Nella convivenza delle diverse età della vita, la missione della Chiesa costruisce ponti inter-generazionali, nei quali la fede in Dio e l’amore per il prossimo costituiscono fattori di unione profonda.

Questa trasmissione della fede, cuore della missione della Chiesa, avviene dunque per il “contagio” dell’amore, dove la gioia e l’entusiasmo esprimono il ritrovato senso e la pienezza della vita. La propagazione della fede per attrazione esige cuori aperti, dilatati dall’amore. All’amore non è possibile porre limiti: forte come la morte è l’amore (cfr Ct 8,6). E tale espansione genera l’incontro, la testimonianza, l’annuncio; genera la condivisione nella carità con tutti coloro che, lontani dalla fede, si dimostrano ad essa indifferenti, a volte avversi e contrari. Ambienti umani, culturali e religiosi ancora estranei al Vangelo di Gesù e alla presenza sacramentale della Chiesa rappresentano le estreme periferie, gli “estremi confini della terra”, verso cui, fin dalla Pasqua di Gesù, i suoi discepoli missionari sono inviati, nella certezza di avere il loro Signore sempre con sé (cfr Mt 28,20; At 1,8). In questo consiste ciò che chiamiamo missio ad gentes. La periferia più desolata dell’umanità bisognosa di Cristo è l’indifferenza verso la fede o addirittura l’odio contro la pienezza divina della vita. Ogni povertà materiale e spirituale, ogni discriminazione di fratelli e sorelle è sempre conseguenza del rifiuto di Dio e del suo amore.

Gli estremi confini della terra, cari giovani, sono per voi oggi molto relativi e sempre facilmente “navigabili”. Il mondo digitale, le reti sociali che ci pervadono e attraversano, stemperano confini, cancellano margini e distanze, riducono le differenze. Sembra tutto a portata di mano, tutto così vicino ed immediato. Eppure senza il dono coinvolgente delle nostre vite, potremo avere miriadi di contatti ma non saremo mai immersi in una vera comunione di vita. La missione fino agli estremi confini della terra esige il dono di sé stessi nella vocazione donataci da Colui che ci ha posti su questa terra (cfr Lc 9,23-25). Oserei dire che, per un giovane che vuole seguire Cristo, l’essenziale è la ricerca e l’adesione alla propria vocazione.

Testimoniare l’amore

Ringrazio tutte le realtà ecclesiali che vi permettono di incontrare personalmente Cristo vivo nella sua Chiesa: le parrocchie, le associazioni, i movimenti, le comunità religiose, le svariate espressioni di servizio missionario. Tanti giovani trovano, nel volontariato missionario, una forma per servire i “più piccoli” (cfr Mt 25,40), promuovendo la dignità umana e testimoniando la gioia di amare e di essere cristiani. Queste esperienze ecclesiali fanno sì che la formazione di ognuno non sia soltanto preparazione per il proprio successo professionale, ma sviluppi e curi un dono del Signore per meglio servire gli altri. Queste forme lodevoli di servizio missionario temporaneo sono un inizio fecondo e, nel discernimento vocazionale, possono aiutarvi a decidere per il dono totale di voi stessi come missionari.

Da cuori giovani sono nate le Pontificie Opere Missionarie, per sostenere l’annuncio del Vangelo a tutte le genti, contribuendo alla crescita umana e culturale di tante popolazioni assetate di Verità. Le preghiere e gli aiuti materiali, che generosamente sono donati e distribuiti attraverso le POM, aiutano la Santa Sede a far sì che quanti ricevono per il proprio bisogno possano, a loro volta, essere capaci di dare testimonianza nel proprio ambiente. Nessuno è così povero da non poter dare ciò che ha, ma prima ancora ciò che è. Mi piace ripetere l’esortazione che ho rivolto ai giovani cileni: «Non pensare mai che non hai niente da dare o che non hai bisogno di nessuno. Molta gente ha bisogno di te, pensaci. Ognuno di voi pensi nel suo cuore: molta gente ha bisogno di me» (Incontro con i giovani, Santuario di Maipu, 17 gennaio 2018).

Cari giovani, il prossimo Ottobre missionario, in cui si svolgerà il Sinodo a voi dedicato, sarà un’ulteriore occasione per renderci discepoli missionari sempre più appassionati per Gesù e la sua missione, fino agli estremi confini della terra. A Maria Regina degli Apostoli, ai santi Francesco Saverio e Teresa di Gesù Bambino, al beato Paolo Manna, chiedo di intercedere per tutti noi e di accompagnarci sempre.

Dal Vaticano, 20 maggio 2018

Solennità di Pentecoste

FRANCESCO

Giornata Missionaria Regionale, al via i lavori di preparazione!

“Cercate la verità: i segni del Vangelo intorno a noi”

LORETO – E’ in corso la programmazione della Giornata Missionaria Regionale che si svolgerà domenica 28 ottobre prossimo presso il Centro Giovanni Paolo II di Montorso a Loreto dal titolo “Cercate la verità: i segni del Vangelo intorno a noi”.

L’incontro ha l’obiettivo di fare incontrare tutti i giovani  della Regione che hanno fatto esperienze  missionarie durante l’estate. Quindi in particolare l’invito è rivolto a tutti i giovani delle 13 diocesi delle Marche che hanno fatto esperienze estive di carattere missionario e a tutte le associazioni e gruppi missionari presenti.

Programma di massima dell’evento – DOMENICA 28 OTTOBRE 2018
15.00: accoglienza
15.30: preghiera iniziale
15.45-17.45: anima-missione e presentazione delle Diocesi: “Cercate la verità”
18.00-19.00: laboratori d’incontro
19.15: vespri
19.45: aperitivo condiviso (ogni diocesi porta qualcosa)

Richiesta per le Diocesi:

  • 25 foto o un video di 4 minuti, sull’esperienza missionaria estiva di questo anno o di un anno particolarmente significativo (inviare a  annamariacacciamani@gmail.com entro il 30 settembre prossimo)

La segreteria di Missio Marche – CMD di Macerata